lunedì 22 aprile 2013

Napolitano striglia i partiti. Ora un governo di larghe intese.




 
Con un grande discorso Napolitano ha ricordato la sordità della politica di fronte alle richieste di cambiamento. Ha definito imperdonabile la mancata riforma della legge elettorale e della revisione della seconda parte della Costituzione. Ha rimandato ai punti programmatici contenuti nei documenti dei due gruppi di lavoro da lui istituiti il 30 marzo scorso.

Vorremmo sottolineare in particolare alcuni passaggi del discorso del presidente Napolitano:

"La mancata revisione della legge elettorale ha prodotto una gara accanita per la conquista, sul filo del rasoio, di quell'abnorme premio, il cui vincitore ha finito per non riuscire a governare una simile sovra-rappresentanza in Parlamento".

"Non si può più, in nessun campo, sottrarsi al dovere della proposta, alla ricerca della soluzione praticabile, alla decisione netta e tempestiva per le riforme di cui hanno bisogno improrogabile per sopravvivere e progredire la democrazia e la società italiana".

"Qualunque prospettiva si sia presentata agli elettori, o qualunque patto - se si preferisce questa espressione - si sia stretto con i propri elettori, non si possono non fare i conti con i risultati complessivi delle elezioni. Essi indicano tassativamente la necessità di intese tra forze diverse per far nascere e per far vivere un governo oggi in Italia".

"Il fatto che in Italia si sia diffusa una sorta di orrore per ogni ipotesi di intese, alleanze, mediazioni, convergenze tra forze politiche diverse, è segno di una regressione, di un diffondersi dell'idea che si possa fare politica senza conoscere o riconoscere le complesse problematiche del governare la cosa pubblica e le implicazioni che ne discendono in termini, appunto, di mediazioni, intese, alleanze politiche".

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