lunedì 29 aprile 2013

Spari a Roma : atto da condanare.

A Roma un uomo ha sparato contro due carabinieri che erano di servizio a guardia di Palazzo Chigi, sede del Governo. Il tutto accadeva proprio mentre il nuovo governo giurava. 

Condanniamo questo atto di violenza che non può avere alcuna giustificazione. Esprimiamo piena solidarietà ai carabinieri feriti, in particolare ricordiamo nelle nostre preghiere il carabiniere Giangrande che ha riportato un “danno midollare importante”. Siamo vicini a lui e alla figlia, una famiglia già provata recentemente dalla morte della moglie.
In merito all'attentatore ci auguriamo che nessuno minimizzi o giustifichi questo suo orribile atto. La sua disperazione non deve indurre a sottrarsi ad una condanna netta. Piuttosto bisognerebbe riflettere su cosa ha portato quest'uomo alla disperazione, che non è la crisi economica ma la dipendenza dal gioco d'azzardo che piano piano ha distrutto al sua famiglia ed il suo lavoro. Una piaga troppo sottovalutata e taciuta a cui il governo Monti non ha potuto porre alcun limite per via di una opposizione trasversale lobbistica. Senza poi contare di come una diffusione cosi capillare in tutti i bar sia un adescamento grave verso anche i giovani e non di rado sia legato anche a forme di criminalità nella sua gestione. Un altro aspetto che viene poco messo in luce nella disperazione di questi tempi è il dramma della separazione che comporta un grave danno alle relazioni e non solo economico si veda anche il caso dei sue amici separati suicidi a Milano qualche giorno fa, si tende a giustificare tutto dando la colpa alla crisi economica ma questi due casi di Roma e Milano ci devono indurre ad analizzare la crisi dal punto di vista della crisi delle relazioni e dei valori vera causa anche della crisi economica oltre che origine di drammi e tragedie.

Questo fatto grave deve poi indurre tutti i politici ed i giornali ad abbassare i toni dell'antipolitica, continuare a persuadere la gente che non c’è soluzione, il dilagare della rabbia e del pessimismo, il cercare colpevoli solo nella politica è molto rischioso e lo si è visto anche oggi.

domenica 28 aprile 2013

Bel Governo! Un governo democristiano.


Bel Governo! Un governo democristiano. Diciamo subito ci piace che la componente cattolica è ben presente sia quella dei cristiano democratici che quella degli uomini di CL, sia i cattolici di sinistra che quelli di destra. Letta e Franceschini e Lupi e Mauro. CL per la prima volta riesce ad avere ruoli di peso in un governo: difesa e infrastrutture.

Ci sono poi i ministri del Presidente (Napolitano!): Bonino, Saccomani, Cancellieri. La Bonino ha sicuramente avuto l’appoggio sia del PD che del PDL, una figura che purtroppo si impone sempre come trasversale. Agli esteri potrà sicuramente godere dei favori ci una certa componente radicale trasversale e internazionale, avrà sicuramente una politica filo-atlantica. Saccomani sarà il custode del Tesoro, quindi una figura di garanzia per la tenuta dei conti.
Cancellieri sarà il custode della Giustizia contro tutti i facili giustizialisti. Vedremo se visto il sostegno dato da Berlusconi al governo le sentenze che lo attendono avranno un percorso diverso, come per esempio il trasferimento a Brescia dei processi Ruby e diritti tv di Mediaset, visto che come tutti sanno che la magistratura ha sicuramente un ruolo politico in Italia. Una condanna di Berlusconi potrebbe infatti compromettere il nascituro governo.

Ottima la scelta di Quagliariello, ministro delle Riforme Istituzionali. Moavero unica conferma del governo Monti continuerà a tenere i rapporti con l’Europa. Giovannini, ministro del Lavoro è uno dei pochi tecnici, fa parte dei saggi scelti da Napolitano.

Alfano vice-premier e ministro degli interni garantisce a Berlusconi un pieno riconoscimento della pari dignità politica del Pdl nel governo. Due fedelissime di Berlusconi ottengono ruoli primari, De Girolamo, ministro per le Politiche Agricole, Lorenzin, ministro della Salute.
I veri sconfitti sono gli ex-PCI presenti con un solo ministro, l’ex sindaco di Padova Zanonato. Nel governo ci sono però uomini di D’Alema, Trigilia che è membro della Fondazione Italianieuropei, di Veltroni, Orlando, e di Renzi, Delrio, ministro degli Affari Regionali che essendo presidente dell’ANCI potrà dare un nuovo slancio ai rapporti tra i diversi gradi delle istituzioni. Novità assoluta un ministro nato fuori dall’Italia, in Congo, che non renderà facile il voto della Lega.Il fatto che ci sia per la prima volta un ministro di colore è anche un segnale contro ogni razzismo.
Ottima notizia allo sport Josefa Idem campionessa olimpionica, simbolo indiscusso dello sport italiano, rappresenta una novità anche perché di origini alto atesine.
Infine questo governo rappresenta sicuramente un salto generazionale che potrà aprire una nuova fase politica, che potrebbe portare alla fine delle contrapposizioni ideologiche e quindi ad un nuovo panorama politico. Ma prima vedremo cosa saprà fare e quanto durerà.

giovedì 25 aprile 2013

Il governo che verrà


Siamo fiduciosi che finalmente si posso tentare quello che diciamo e scriviamo da mesi su questo blog: un governo politico, non tecnico,  in cui governino insieme PD PDL e Scelta Civica. Premessa indispensabile è che ognuno non voglia far prevalere il suo punto di vista per mostrare di essere il vincitore, che si lascino cadere gli steccati che hanno impedito il dialogo fino ad oggi. Il PDL deve rinunciare a rivalersi e sfruttare il momento di debolezza del PD che da parte sua deve garantire un sostegno vero. Per questo è necessario che nel governo siano presenti esponenti di rilievo di entrambi i partiti. Il discorso di Napolitano ha aperto una nuova fase politica, speriamo che PD e PDL non ricadano nei soliti giochetti di furbizia e finalmente facciano le riforme costituzionali di cui l'Italia ha bisogno: fine del bicameralismo, riduzione dei parlamentari, riforma della Giustizia, del Lavoro, della legge Elettorale.

Prima cosa però bisognerà affrontare la crisi economica con provvedimenti mirati e immediati che segnino subito una via decisa, quindi riduzione del carico fiscale, sostegno alle aziende che assumono, sostegno alle famiglie, taglio agli sprechi. Tutto dovrà essere fatto subito e velocemente altrimenti se rinviato cominceranno i veti incrociati che hanno bloccato l’azione del governo Monti.

Enrico Letta incaricato per formare il nuovo governo


Siamo contenti della scelta di Napolitano di svolgere velocemente le consultazioni e del fatto che ha dato l'incarico a Enrico Letta.

Questa scelta darà la possibilità concreta, ci auguriamo, di un governo, infatti sarà difficile per il PD dire NO al suo vice segretario e sarà difficile anche per il PDL dire NO ad un nome nuovo e ad un moderato del PD.

Napolitano è riuscito dove Bersani e Berlusconi hanno fallito, dare una possibilità a una nuova generazione, e Letta a differenza di Renzi ha un'esperienza politica e di governo ed anche europea: è stato anche eurodeputato oltre ad aver studiato e aver avuto incarichi già nel Partito Popolare europeo quando era nella DC.

Napolitano nelle motivazioni della scelta ha poi richiamato il suo ruolo culturale a guida dell'associazione creata da Andreatta.

Per Enrico Letta un occasione per dimostrare cosa vale, dopo una carriera da eterna promessa.

lunedì 22 aprile 2013

Napolitano striglia i partiti. Ora un governo di larghe intese.




 
Con un grande discorso Napolitano ha ricordato la sordità della politica di fronte alle richieste di cambiamento. Ha definito imperdonabile la mancata riforma della legge elettorale e della revisione della seconda parte della Costituzione. Ha rimandato ai punti programmatici contenuti nei documenti dei due gruppi di lavoro da lui istituiti il 30 marzo scorso.

Vorremmo sottolineare in particolare alcuni passaggi del discorso del presidente Napolitano:

"La mancata revisione della legge elettorale ha prodotto una gara accanita per la conquista, sul filo del rasoio, di quell'abnorme premio, il cui vincitore ha finito per non riuscire a governare una simile sovra-rappresentanza in Parlamento".

"Non si può più, in nessun campo, sottrarsi al dovere della proposta, alla ricerca della soluzione praticabile, alla decisione netta e tempestiva per le riforme di cui hanno bisogno improrogabile per sopravvivere e progredire la democrazia e la società italiana".

"Qualunque prospettiva si sia presentata agli elettori, o qualunque patto - se si preferisce questa espressione - si sia stretto con i propri elettori, non si possono non fare i conti con i risultati complessivi delle elezioni. Essi indicano tassativamente la necessità di intese tra forze diverse per far nascere e per far vivere un governo oggi in Italia".

"Il fatto che in Italia si sia diffusa una sorta di orrore per ogni ipotesi di intese, alleanze, mediazioni, convergenze tra forze politiche diverse, è segno di una regressione, di un diffondersi dell'idea che si possa fare politica senza conoscere o riconoscere le complesse problematiche del governare la cosa pubblica e le implicazioni che ne discendono in termini, appunto, di mediazioni, intese, alleanze politiche".

domenica 21 aprile 2013

L’implosione del PD

L’implosione del PD è un fatto positivo: finalmente – come in tanti altri paesi – forse avremo un partito di moderati e di sinistra democratica e non comunista o formato da altri soggetti che sono mini-minoranza nel paese ma non nei media e nei salotti.

Il PD si spaccherà infatti al momento dell'elezione del nuovo governo.

Ci auguriamo che davvero finisca il clima d'odio e del non rispetto dell'avversario che in queste ora ha travolto lo stesso PD.

NAPOLITANO BIS

Napolitano eletto per il secondo mandato. Riconosciamo al Presidente la generosità di aver accettato un secondo mandato per permettere all'Italia di uscire da uno stallo politico.

Adesso i partiti non potranno dire di no ad un governo del presidente che avrà come obiettivo anche la riforma delle istituzioni e dello stato.

Grillo cavalcherà la protesta ma ha già scoperto quanto potrebbe essere pericoloso, dovendo rinunciare al comizio di ieri sera per rischio incidenti

sabato 20 aprile 2013

Clamorosamente Napolitano ha accettato di ricandidarsi

Clamorosamente Napolitano ha accettato di ricandidarsi a presidente della Repubblica, nessun a parte Grillo e Vendola si rifiuterà di rivotarlo.
Una scelta clamorosa, Napolitano così toglie dall'imbarazzo il Pd in crisi fortissima, inoltre questo è una dichiarazione che la politica è in crisi perchè è quasi incredibile che i partiti e in particolre il PD non siano in grado di trovare un nome super partes come successore di Napolitano.
Insomma la resa incondizionata del PD. La scelta di Napolitano prefigura un governo di grande coalizione e spingerà quindi il PD all'accordo con PDL e Scelta Civica.

PRODI SI RITIRA. LA BINDI E BERSANI SI DIMETTONO

DISASTRO PD

venerdì 19 aprile 2013

Prodi come Marini: il PD sempre più allo sbando


Il PD dopo Marini ha bruciato anche la candidatura di Prodi a cui sono mancati 100 voti del PD al quarto scrutinio. Il PD ha scelto una candidatura che divide il paese impedendo ogni tipo di conciliazione nazionale in un momento di profonda crisi del sistema Italia. Lo ha fatto per compattarsi ma Prodi è stato clamorosamente bocciato dalle faide in corso nel PD. Un partito ormai senza alcun controllo e che quindi probabilmente non potrà che proporre una candidato esterno al suo partito cercando i voti di Scelta Civica e del PDL.

Mario Monti sottolineando giustamente che Bersani pensa più all’unità e ai problemi del suo partito che a quelli del paese, ha proposta come candidata al Quirinale il ministro dell’Interno Cancellieri. Ci sembra un ottima scelta, una servitrice dello Stato che in tante occasioni ha dimostrato le sue capacità e potrebbe essere una garanzia per tutti.
 
Grillo se non fosse ancora chiaro punta solo allo sfascio del sistema partitico ovviamente non voterà né Prodi né Cancellieri. Grillo ha come obiettivo la fine del PD e poi l’esclusione di  Berlusconi. Berlusconi in maniera astuta uscendo dall’aula ha compattato i voti di Scelta civica e messo in evidenza ancor di più le divisioni del PD.

giovedì 18 aprile 2013

Alla ricerca di un Presidente


La corsa al Quirinale ha spaccato il PD: è spaccatissimo peggio dell'ultima DC. Renzi sembra esserne il vincitore ma pagherà pegno su questo suo atteggiamento nel prossimo futuro. La sconfitta di Marini apre a una situazione di caos. Per ricompattarsi sembra che il Pd voglia puntare su Prodi. Scelta che dividerebbe colpevolmente il paese. Inoltre non è affatto scontato che unisca le varie anime del Pd, Veltroni e D’Alema lo hanno scaricato quando era premier, difficile che lo sostengano ora. Un appoggio di Grillo poi lo brucerebbe definitivamente.

Il Pd non può farsi guidare dal M5S, ma certo il caos è tale che tutto può succedere.

Berlusconi pur di non avere Prodi potrebbe giocare la carta Bonino, siamo contrarissimi, pessima scelta.

Ultima chance per una candidatura condivisa potrebbe essere un super tecnico proveniente per esempio dalla Banca d’Italia, ma ci auguriamo che la politica abbia un sopprassalto di dignità e orgoglio e sappia esprimere un nome politico che possa unificare, un nome che possa rappresentare anche un tentativo di riscatto e di novità.

Renzi sembra che sostenedo Chiamparino abbia provato a suggerirlo ma potrebbe anche essere solo un modo per far vedere quanti voti vale.

Un accordo PD e PDL appare più lontano, ma si sa, in politica mai dire mai. Chissa alla fine anche un accordo D’Alema-Renzi-Berlusconi che in questi giorni si sono parlati. Più probabile apapre un’elezione al quarto scrutinio a maggioranza semplice.

Marini non ce la fa. Lo sconfitto è Bersani.


Marini non ce l’ha fatta al primo turno, il PD si è diviso tra schede bianche, Rodotà, Chiamparino, D’Alema, Prodi.

Fallisce così il compromesso tra PD e PDL. Sconfitto è sicuramente Bersani che non controlla il PD.

Interessanti sono i voti a Chiamparino: unica novità.

Certo Marini rappresentava un tentativo di unità ma anche una difesa dei partiti rispondendo a logiche un po stantie. Vedremo ora come andrà. Vedremo se si sceglierà di proseguire con lui o cambiare già nel pomeriggio candidato, con uno sforzo per una soluzione più prestigiosa e rispondente di più alle attese del paese. E’ una lotta tutta interna al PD vedremo chi vincerà, speriamo che la scelta cada su un candidato che possa essere condiviso anche a PDL e Scelta Civica.

La candidatura di Marini

Stasera sembra prevalere lacandidatura di Franco Marini alla carica di presidente della Repubblica. Paradossalmente una candidatura sostenuta anche dal PDL mache appartiene al PD, spacca proprio il PD e il centrosinistra. Alla riunione dei gruppi parlamentari il primo risultato è la rottura con Vedila e poi la spaccatura dei gruppi PD: l'assemblea approva a maggioranza la candidatura di Marini proposta da Bersani: 222 i voti favorevoli, 90 quelli contrari e 21 astenuti. Renzi vi si oppone.

Vedremo se alla prova del voto segreto al sua candidatura terrà o verrà silurato.

Grillo e la trappola Rodotà


La tattica di Grillo già accennata nei giorni scorsi si è svelata. La Gabanelli come previsto era solo copertura mediatica, ha rinunciato e adesso grillo annuncia che voterà Rodotà che ha accettato. Rodotà fa parte di una corrente laicista che non ci piace, rappresenta il tentativo di Grillo di spaccare il PD accusandolo in caso di mancato sostegno ad un suo uomo per preferire l’accordo PD-PDL che ovviamente osteggia.

martedì 16 aprile 2013

La corsa per il Quirinale

Come c’era da aspettarsi il M5S con la scelta di Milena Gabanelli, la giornalista autrice di Report, di fatto si pone fuori dai giochi per l'elezione del presidente della Repubblica. Una scelta di comodo e voluta.

A Bersani restano ora due possibilità o vincere nettamente una battaglia interna al partito sempre più aspra e difficile e portare avanti una candidatura di bandiera e di rottura col Pdl oppure cercare un consenso prima delle votazioni, un lascia passare, dal Pdl. Il secondo caso consentirebbe di mettere le premesse anche per una futura convergenza sul governo e vede come favorito agli occhi della stampa Amato, ma secondo noi il vero candidato dietro le quinte rimane D’alema. Prodi non ha chance, per le divisioni interne del Pd.
Rammarica che non sembra emergere una personalità di qualità e spessore culturale ed internazionale che possa davvero unire il paese.
Appare desolante il campo cattolico che non sa e non ha alcuna possibilità di proporre un nome autorevole e condiviso, segno delle lacerazione che da troppo tempo contraddistinguono questa parte culturale e non solo del paese che ne rappresenta oggi l’anima più viva anche di fronte alla crisi economica.

Unico cattolico possibile sembrava essere Marini ma è stato “eliminato” dalla corsa dall’intervista di Renzi.
Una mossa a sorpresa sarebbe un accordo Renzi, D’Alema Berlusconi alle spalle di Bersani. Alcuni segnali si sono visti in questi giorni. Oppure una convergenza PD e M5S su un nome fuori dalla rose degli attuali candidati, come per esempio Rodotà sostenuto anche da Republica.

Tramontata per ora sembra la candidatura della Bonino.

Attentato a Boston

Questa sera alcune esplosioni hanno funestato la maratona di Boston. Due, forse tre bombe sono esplose a Boston, nella zona dell’arrivo della maratona. Morti e feriti. Condanniamo il vile attentato che colpisce innocenti. Non è ancora chiara la matrice dell'attentato ma fin da ora possiamo dire che è un gesto folle senza nessuna giustificazione.

La terribile pratica dell’aborto a nascita parziale

Aborto selvaggio negli Usa, la terribile pratica dell’aborto a nascita parziale è una realtà di cui avevamo già letto qualcosa, ma la concretezza e la drammaticità di quanto racconta Lorenzo Schoepflin nel suo articolo su La Bussola Quotidiana ci hanno davvero scosso, abbiamo fatto fatica a leggere e ad arrivare alla fine di questo terribile racconto. Le modalità di queste pratiche mediche come dice l’articolo rendono davvero difficile distinguere il confine tra aborto tardivo e infanticidio. Contro l’aborto a nascita parziale si schierò l’ex presidente George W. Bush, che nel 2003 firmò una legge approvata dal Congresso Usa per il bando della brutale pratica
La deriva etica provocata dalla diffusione dell’aborto, e l'affievolimento della sua percezione negativa, fanno si che anche in Italia negli ultimi mesi si sia tornata a far sentire purtroppo, la discussione in merito allo status del neonato e a metterne in dubbio la piena dignità di persona.
La vicenda americana e la denuncia del silenzio che la circondano ci ricordano come la drammaticità dell’aborto sia troppo spesso nascosta con lo scopo di far perdere, nella coscienza collettiva, la distinzione tra il bene e il male spingendo ad far assumere il significato di «diritto» a pratiche contro la vita. Non ci rassegneremo mai di ricordare che la vita va difesa fin dal concepimento.
 

venerdì 12 aprile 2013

Margareth Thacher

Margareth Thacher è stata uno dei polittici più influenti dell'Europa prima della caduta del muro di Berlino.

Sicuramente un politico molto amato ma anche molto odiato. La sua figura, da cui deriva anche la definizione di Iron Lady, è stata contraddistinta dalla determinazione delle sue scelte nonostante le difficoltà. Ha saputo rinnovare una Gran Bretagna in crisi dopo la decolonizzazzione, ha saputo ridurre significativamente le ingerenze e influenze dei sindacati consentendo, non senza traumi e durissimi scontri e costi sociali, un rinnovamento della società inglese e del suo sistema produttivo. Ha dovuto fare scelte impopolari ma ha scelto, una qualità che oggi nella politica è piuttosto rara.

Certamente il suo modello iperliberista se aveva lo scopo di combattere il comunismo e l’ipersindacalizzazione, ha avuto anche degli effetti negativi, puntando spesso troppo sull'individualismo e senza occuparsi dei costi sociali delle riforme.

In politica estera gli va dato il merito di aver contribuito a far cadere la dittature in Argentina con la guerra delle Falkland, ma non possiamo scordare gli errori commessi nella gestione della crisi nord irlandese,  ha esasperato la lotta all'Ira in Irlanda del nord andando a ledere i diritti delle persone con leggi speciali discutibili. Il suo nomignolo Lady di ferro glielo diedero i russi che capirono bene la sua capacità di opporsi al comunismo anche culturalmente oltre che politicamnete. Si ricorderà di lei anche l'antieurepismo.

Ecco alcune sue frasi celebri che probabilmente rappresentano bene lo stile con cui ha operato e la sua determinazione.

"La società non esiste: esistono individui, uomini, donne e famiglie". (1987)

"Abbiamo dovuto combattere il nemico fuori dalle Falklands. Ma dobbiamo essere sempre vigili sul nemico che è all'interno che è molto più difficile da combattere e molto più pericoloso per la libertà". (Durante lo sciopero dei minatori negli anni 1984-1985).

"Non mi dà alcun fastidio se i miei ministri parlano, purchè facciano quello che dico io". (1980)

Per una donna che conosce i problemi del portare avanti una casa è sicuramente più semplice portare avanti un Paese" (1979, l'anno in cui è diventata primo ministro).

lunedì 8 aprile 2013

M5S: se questo è il nuovo


Il Movimento 5 stelle ha presentato i suoi primi disegni di legge. Ce lo avevano detto, noi capiamo il paese, non siamo come gli altri, ci concentreremo sulle emergenze del paese e sui temi che riguardano i cittadini. Infatti quali temi affrontano le loro prime proposte e disegni di legge? Tagli alla politica? Riforme? Lavoro? Soldi alle imprese? Tasse?

Ma non scherziamo il nostro paese secondo loro ha altre urgenze: le loro prime proposte riguardano le unioni omosessuali, il contrasto all'omofobia e alla transfobia.

Se questo è il nuovo…..

La vittoria di Marino a Roma segna l'ennesima sconfitta dei moderati


La vittoria di Marino a Roma segna l'ennesima sconfitta dei moderati nel centro sinistra per uno spostamento al centro. Il dibattito lanciato in questi mesi all'interno del PD sui temi etici diventa sempre più urgente. Marino, come Pisapia a Milano, rappresenta l'ala radicale che non condivide la legge naturale come riferimento giuridico e di conseguenza la centralità della persona umana e dei suoi diritti naturali. Con Pisapia è stato sicuramente uno dei più convinti sostenitori di progetti di legge per l’istituzione del cosiddetto testamento biologico ma è stato anche un oppositore alla legge 40/2004. Entrambi spingono ora dal basso delle amministrazioni locali progetti di leggi contro al vita e la famiglia. Avevano fallito in Parlamento ora partono dalle due più grandi città italiane.

giovedì 4 aprile 2013

Quirinale: serva una figura che unisca

Ormai è chiaro che prima dell’elezione del nuovo capo dello Stato non ci sarà la possibilità di formare un nuovo governo. La mossa di Napolitano di riaffermare che Monti non è stato sfiduciato e quindi rimane ancora in carica ha sancito di fatto la nuova scaletta politica.
E sul Quirinale il PD di Bersani tenterà di imporre un suo candidato andando probabilmente a rompere ogni possibilità d’accordo con il Pdl anche per il governo e cosi le elezioni si avvicinerebbero. Ma non tutti nel PD condividono questa scelta. Renzi ha sollecitato un cambio di linea, inoltre non sembra al momento emergere una linea comune su un nome.
Il Pdl, in attesa, potrebbe giocare una carta azzardata quella della Bonino, lo diciamo fin da ora sarebbe una scelta sconsiderata, la Bonino è una persona che per la sua storia personale non può rappresentare tutto il paese, non può rappresentare la parte cattolica del paese e i valori e diritti in cui si riconosce.

Prodi, come Berlusconi, rappresenterebbe una frattura. I loro due nomi hanno polarizzato fortemente l’Italia e non possono quindi ora rappresentarla nell’unità.

Ci auguriamo una scelta di altro profilo e non furbizie ed escamotage. Ci auguriamo una larga intesa su un nome rappresentativo per l’Italia, tutta l’Italia.

Corea del Nord: pericolo vero o segno di debolezza?


La situazione nella penisola coreana si sta sempre più aggravando, comunicati di allerta delle truppe, dichiarazioni di guerra, di ritorsione del sud sul nord e viceversa. La Corea del nord minaccia gli Usa e viceversa, fino alla dichiarazione di ieri della Corea del nord di aver dato ordine in caso di guerra di usare le armi atomiche. Certo l'escalation fa seguito alle sanzioni Onu e quindi sottolinea che la prova di forza del regime della Corea del Nord e del suo giovane leader ha anche uno scopo economico come avvenuto negli anni passati, ma questa volta la situazione sembra più grave come testimoniano alcuni gesti come l'interruzione delle "linee rosse" e del passaggio di lavoratori nell'unica zona comune o l'intensificarsi delle manovre militari. La preoccupazione delle tensione che si è creata ha spinto anche la Russia e la Cina a fare richiamami alla calma. Inoltre la Sud Corea a differenza delle precedenti crisi ha annunciato ritorsioni e il nuovo presidente, una donna figlia di un ex dittatore, è sicuramente più risoluta dei precedenti presidenti sudcoreani.
Speriamo il tutto possa essere fermato prima che un errore o una provocazione portino ad un conflitto vero che non può essere escluso a priori. Certo vanno richiamate le responsabilità di Cina e Russia che da troppo tempo foraggiano e coprono una dittatura che sta diventando sempre più ingovernabile e che ha ormai gravemente deteriorato le condizioni di vita del popolo nord coreano portando quindi a una situazione esplosiva. E' giusto che diplomaticamente si arrivi alla fine di questa dittatura comunista che ha martirizzato ed escluso dal mondo un intero popolo e che rischia in un momento di crisi di spingere tutta l'Asia in un conflitto terribile e con conseguenze terrificanti. Inoltre la Corea del Nord è esportatrice di tecniche militari nucleari che aggravano le tensioni anche in altre aree del mondo. Non si può continuare a far finta che il problema non esista e nello stesso tempo deve essere evitata una guerra dalle conseguenze inimmaginabili.
Ma questa crisi e questo alzare dei toni potrebbe essere un segnale di estrema debolezza del nuovo giovane e inesperto dittatore. Vorrebbe dire che potrebbe da un momento all’altro accadere una crisi interna e un crollo repentino del regime, un segnale potrebbe essere il rafforzamento delle misure di sicurezza da parte della Cina al confine con la Corea settentrionale per far fronte ad un eventuale pericolo di un’ondata di profughi.

La Corea del Nord ci ricorda in ogni caso che non si possono permettere questi regimi, lasciarli armare con armi nucleari o non convenzionali e permettere che continuino per 50 anni pensando che tutto possa risolvere da solo.