martedì 12 febbraio 2013

8 anni di Benedetto XVI: ecco cosa ricordiamo

Ricorderemo sempre il suo sguardo dolce, ricordiamoci la bellissima catechesi in piazza san Pietro ai bambini, e soprattutto i suoi discorsi , come dimenticare quelli a Vienna, Whashington, Berlino, Londra, Parigi in cui ha richiamato le radici cristiane della nostra società e l’idea di una laicità ancorata alla legge naturale e che lascia alla religione lo spazio pubblico per creare quel consenso etico comune che oggi appare appannato di fronte a quella che è stato indicato come l’avversario numero uno dal papa: il relativismo.
In Giordania, in Libano ma prima ancora nel discorso di Ratisbona ha ricordato il legame inscindibile tra ragione e fede e la necessità del dialogo tra le religioni e il rifiuto dell’uso del nome di Dio per giustificare la violenza.

Al centro del suo pontificato la gioia che deriva dalla fede ma anche il richiamo continuo alla difesa del creato e di quell’umanesimo che il cristianesimo ha forgiato: la difesa della vita e della famiglia che ha messo al centro della difesa della pace e dello sviluppo.
Ricordiamo con emozione le sue parole in difesa della famiglia aperta alla vita nel viaggio qui a Milano dove abbiamo partecipato alla santa messa da lui presieduta.
Noi abbiamo avuto la gioia di partecipare anche alla GMG di Colonia , il suo esordio coi giovani, dove ha esortato i giovani a non vivere la fede come un prodotto di consumo, nel quale si prende solo ciò che piace. I giovani che gli sono sempre stati vicini, come a Loreto dove ha ricordato loro di non rinunciare ai propri sogni: nulla è impossibile a Dio.

Certo un grande maestro che ci ha richiamato all’Amore di Dio, alla Speranza, all’inscindibilità della questione antropologica e sociale, e sicuramente alla riscoperta del legame tra Europa e Cristianesimo. La sua profondità si è unita alla sua semplicità, le sue catechesi sempre mirabili strumenti per approfondire i temi di fede.
Il coraggio e la determinazione con cui ha affrontato lo scandalo dei preti pedofili ponendosi sempre a difesa dei ragazzi e delle vittime come nessuno aveva fatto prima.

Per capire BXVI bisognerà ancora leggerlo e approfondirlo. E forse la sua enciclica Spe Salvi ci aiuta anche a vivere con speranza questo momento di passaggio, affermava infatti che “ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente. La porta oscura del tempo, del futuro, è stata spalancata. Chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova.”







 

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