giovedì 24 gennaio 2013

L'Africa sub-sahariana agli estremisti?


Ecco che le guerre dimenticate dell'Africa tornano sulle prime pagine : l'intervento militare Francese nel Mali e le azioni terroristiche di Al Qaida in Algeria.

Il primo dato sempre da ricordare è che a pagare il conto di queste guerre dimenticate sono sempre vittime civili innocenti, che siano le popolazioni del Mali o i lavoranti in Algeria, sia stranieri sia algerini.

Troppo spesso ci disinteressiamo di quello che succede in Africa, ma occhi attenti dovevano accorgersi del continuo rafforzamento dell'islamismo terrorista dai paesi del Maghreb dalla Nigeria alla Somalia. Il Mali non è una sorpresa per gli addetti ai lavori, uno stato che nel nord è diventato da qualche tempo una zona franca per i movimenti integralisti e terroristici islamici, proprio come accadde negli anni novanta per l’Afghanistan. Abbiamo già scritto nel passato del progetto islamista http://lucapaologemini.blogspot.it/2009/08/persecuzione-dei-cristiani-e-pericolo.html in Africa. Da anni il Maghreb è percorso da guerre e battaglie con gruppi islamisti che con la sconfitta di Gheddafi hanno potuto armarsi rifornendosi saccheggiando gli arsenali libici e arruolando tra le proprie file i mercenari che prima combattevano in Libia. Questo elemento dovrebbe farci riflettere su come azioni in uno Stato ha un impatto difficilmente circoscrivibile. L’azione ai giacimenti di gas algerini è stata sicuramente preparata da mesi e quindi non può essere direttamente legata all’inizio dell’intervento francese. Quello che ci deve interrogare è come fermare questi gruppi e isolarli, l’intervento armato non può essere l’unica via. Il silenzio dell’occidente di fronte a quanto accade è preoccupante. In Nigeria ogni domenica, con scontri e omicidi nelle chiese bruciate, la Libia è nel caos, dopo la morte del console americano anche quello italiano ha subito un attentato, l’instabile situazione in Eritrea dove è in corso un tentativo di golpe, la continua situazione di conflitto in Somalia che vede coinvolti anche il Kenia e l’Etiopia, sono tutti elementi che non fanno ben sperare e che prima o poi saremo costretti ad affrontare. L’Europa non può abbandonare l'Africa sub-sahariana agli estremisti, purtroppo questa regione può diventare nel 2013 il teatro di una nuova fase dello scontro con l’estremismo islamico.

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