lunedì 31 dicembre 2012

Anno 2012: cosa vogliamo ricordare


Il 2012 volge ormai al termine, non è possibile in poche righe ricordare tutto quello che è successo. Noi abbiamo deciso di ricordare alcune persone e alcuni fatti.

L’anno dal punto di vista internazionale è stato dominato dalle elezioni americane e dalla rielezione non scontata di Obama,  che ora dovrà dimostrare quale segno vorrà lasciare. Anche la Cina ha cambiato i suoi vertici, nel segno della continuità ma anche nell’attesa di alcune novità, vedremo. Certamente l’Asia si afferma sempre più come il centro geopolitico del mondo, e le tensioni in questo continente continuano a salire, Obama e gli USA sono sempre più attenti a quello che succede qui. Le tensioni Cina-Giappone sono uno dei segnali più preoccupanti, ma ci sono anche notizie che aprono alla speranza come la elezioni libere in Birmania, che hanno visto la partecipazione di Aung San Suu Kyi Il 1º aprile 2012, nonostante la Birmania non sia ancora completamente libera dal suo passato dittatoriale che ancora grava sulla nazione. Aung San Suu Kyi ha potuto ritirato il premio Nobel per la Pace assegnatole nel 1991.

Sempre a livello internazionale meritano un accenno la situazione dell’Egitto, con la sua transizione democratica sempre più complicata ma il cui esito influenzerà tutto il Medioriente. La gravissima guerra civile che sta martoriando al Siria e che ci auguriamo possa volgere al termine quanto prima.

L’Europa ha affrontato la sua più grave crisi, le decisioni prese hanno per ora evitato il peggio ma la soluzione è ancora da definirsi, ci auguriamo che prevalga il senso di responsabilità, di solidarietà, di unione e inizi un nuovo processo di sviluppo nel 2013, che non potrà prescindere, non solo dalla crisi economica, ma anche dalla crisi demografica.

In Italia regna sempre più la confusione, il 2012 verrà ricordato come l’anno di Monti ma anche l’anno del degrado totale a tutti i livelli della politica. Peggio di così è impossibile, è necessario un sussulto etico e di persone che si mettano al servizio del bene comune.

Il 2012 è stato caratterizzato da diversi episodi che hanno richiamato l’urgenza della difesa dei diritti dell’uomo. Ne ricordiamo tre in particolare: la persecuzione dei cristiani e in particolare i numerosi attacchi alle chiese in Nigeria, la ragazzina di 14 anni del Pakistan Malala Yousafzai a cui i  talebani hanno sparato mentre usciva da scuola, questa ragazzina ha scosso le coscienze del Pakistan ed è simbolo della lotta contro l’integralismo islamico, terzo simbolo è la giovane studentessa indiana stuprata e uccisa su un autobus che ha finalmente rotto il silenzio attorno alla violenza contro le donne in India. Ma la lotta per la difesa dei diritti umani non può prescindere dalla difesa del diritto alla vita fin dal concepimento, suscita quindi allarme il tentativo a livello ONU di riconosce come “diritto” l’aborto. Altrettanto allarme suscita la deriva relativistica sul tema della famiglia.

Il 2012 è stato anche il settimo anno di pontificato di Benedetto XVI, un dono per la Chiesa e per tutti noi, un anno in cui il papa ha messo al centro ancora di più il tema della difesa della famiglia e che è stato segnato dal VII incontro mondiale delle famiglie che ha visto il Papa parteciparvi a Milano: “non c’è futuro dell’umanità senza la famiglia; in particolare i giovani, per apprendere i valori che danno senso all’esistenza, hanno bisogno di nascere e di crescere in quella comunità di vita e di amore che Dio stesso ha voluto per l’uomo e per la donna”.

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