venerdì 28 settembre 2012

Dopo Monti ancora Monti

Dopo le dichiarazioni di Monti è ufficiale per tutti, ciò che era ovvio per molti: Monti non si candiderà alle elezioni, è già senatore a vita, non ha bisogno di essere eletto, non si schiererà con nessuno in modo da rimanere a disposizione in caso dalle urne esca un risultato confuso, non chiaro e che non garantisca governabilità e stabilità. Insomma a disposizione per un nuovo governissimo.

Bersani e company digeriranno amaro nel caso non riescano a vincere con ampio margine, cosa davvero difficile a meno di un fortissimo astensionismo. Il centro destra può ambire solo ad un pareggio che favorisca una grande coalizione, stessa speranza di Casini.

Berlusconi intanto spara a zero sulla Germania e l’euro cercando un facile populismo ma dimostrando di non essere uno statista, a sinistra Vendola e Di Pietro attaccano Monti,  Bersani sta zitto perché è sempre tra due fuochi all’interno del suo stesso partito.

martedì 25 settembre 2012

Tutto questo non lo sopportiamo più


Le vicende recenti inerenti agli iper-finanziamenti ai partiti e consiglieri regionali della regione Lazio e ai presunti abusi  ci hanno davvero sconcertato. E' ora di dire che tutto questo non lo sopportiamo più.
La classe politica vive ormai in un suo mondo ed è incapace di cogliere la percezione di arroganza e di profonda ingiustizia che suscitano decisioni come quella dell’ufficio di presidenza della Regione Lazio che aveva autorizzato rimborsi di 100mila euro per ciascun consigliere regionale, decisione ci teniamo a dirlo presa all’unanimità votata quindi anche dall’opposizione che tale non si è rivelata quando si è trattato di spartirsi la torta, come troppo spesso accade nei vari livelli amministrativi.

Tutti adesso chiedono di andare la voto ma ci chiediamo, nella regione Lazio e purtroppo forse non solo in quella, tutte le segreterie regionali di tutti i partiti sapevano e condividevano la situazione, non si può neanche dire che i consiglieri erano nominati perché hanno preso decine di migliaia di preferenze, allora perché tornare al voto subito in questa situazione per il rinnovo del consiglio regionale? Non sarebbe meglio un periodo di commissariamento per rimettere a posto i conti e le cose e stabilire regole chiare che impediscano che certe cose si ripetano? Non vediamo infatti la possibilità in soli pochi mesi di un rinnovamento della classe dirigente dei partiti del Lazio.

Bisogna procedere inoltre anche un profondo rinnovamento delle regole in merito al finanziamento della politica: sia a livello locale che parlamentare i consiglieri, deputati ecc, ricevono un congruo stipendio che possono e devono usare per la loro attività politica, bisogna limitare o  meglio eliminare i finanziamenti ai gruppi e a doppi incarichi, la presidenza di una commissione per esempio fa parte dei suoi possibili compiti e non deve richiedere un ulteriore emolumento. Eliminare i finanziamenti ai gruppi eliminerebbe la prassi dei furbetti che creano gruppi solo per avere ritorni economici, altrimenti non si spiegherebbe perché in tutte le amministrazioni dalla data delle elezioni a quelle delle successive tornate elettorali proliferano divisioni e gruppi composti anche da unità singole.

In un momento particolarmente difficile, dove vengono chiesti ai cittadini continui e pesanti sacrifici questi sperperi di denaro pubblico, e lo sono indipendentemente se verrà verificato oppure no un comportamento illecito, sono inaccettabili. Il discredito che ne deriva alla politica e alle istituzioni è gravissimo e crea conseguenze imprevedibili per quanto riguarda la futura governabilità. I partiti e i politici attuali sono incapaci di cogliere la drammaticità del momento, i soldi sono pochi e non basteranno a sostenere il welfare state e una serie d’interventi che oggi coprono molte necessità anche primarie dei cittadini.
La rabbia popolare cresce, il punto di rottura vero arriverà o forse è già arrivato, quando i servizi non verranno più erogati per mancanza di liquidità o quando gli enti privati che oggi suppliscono in alcuni campi al servizio gestito dagli enti pubblici, non potranno continuare a sostituirsi alle inefficienze dello stato.

mercoledì 19 settembre 2012

Islam in fiamme e il coraggio di Benedetto XVI

I recenti tragici fatti in Libia dove per la prima volta dal 1979 un ambasciatore USA è stato ucciso, e le successive manifestazioni anti americane e anti occidentali in molti paesi mussulmani destano preoccupazione e pongono domande.

In questo contesto molto risalto andrebbe dato alla coraggiosa visita di Benedetto XVI in Libano

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lunedì 3 settembre 2012

Scandaloso pronunciamento della corte di Strasburgo

Il pronunciamento della corte di Strasburgo sulla legge 40 ci ha lasciato stupefatti per l’esplicito messaggio che contiene, di fatto non riconosce alcun diritto al nascituro che specifica non è come l’”Enfant” e legittima quindi la possibilità di selezionare la vita e cioè la selezione eugenetica Il diritto italiano viene calpestato in modo superficiale e scavalcato, la coppia non ha fatto ricorso alla nostra magistratura ma solo alla corte europea, inoltre la coppia non essendo sterile non ha diritto secondo la nostra giurisprudenza ad accedere alle tecniche di PMA, proprio per evitare una selezione degli embrioni unico scopo del ricorso. Se la condizione della coppia e le loro difficoltà devono essere considerate e bisogna umanamente farsene carico, inacettabile invece appare la decisione in nome di queste di permettere la selezione pre-impianto. Fa un certo effetto poi la motivazione della sentenza che si appella all’incongruenza con la legge 194 che consente l’aborto di nascituri affetti da malattie. A parte la superficialità che non dice il vero in merito alla legge che non da il permesso dell’aborto in base alla salute del nascituro ma solo in riferimento ai rischi per la madre, se c’è qualcosa di incoerente è la prassi e quindi in questo bisognerebbe intervenire per impedirne una tale interpretazione eugenetica. Non si capisce poi perché non è stata per nulla tenuta in considerazione la sentenza della Grand Chambre dell’autunno scorso che tutelava i diritti degli embrioni, meno male che il Governo italiano ha fatto ricorso, quando la in continuità con la sentenza che difendeva gli embrioni il ricorso sarà accettato si spera che i giornali diano la stessa rilevanza alla notizia che hanno dato a questa sentenza ideologica sul pre-impianto.

In merito alla figura del Cardinale Martini

Lettera publicata su Avvenire del 4 Settembre 2012

Vogliamo esprimere innanzitutto il nostro grazie al cardinale Martini per quanto ha dato alla nostra formazione di giovani e di educatori della diocesi di Milano. Da lui abbiamo imparato la lectio divina partecipando alle bellissime e profonde celebrazioni diocesane della scuola della Parola o meditando le sue prediche e lettere pastorali. Come non ricordare, poi, gli incontri educatori al Sacro Monte di Varese o il gruppo Samuele da lui voluto. Come non ricordare i suoi insegnamenti su come vivere i sacramenti e in particolare la confessione. Purtroppo oggi assistiamo a strumentalizzazioni che certo non merita. Abbiamo seguito il cardinale Martini nelle celebrazioni diocesane come seguiamo quelle del cardinale Scola. L’idea di Chiesa, proposta da numerosi giornali, che vuole vedere solo divisioni o peggio ancora i cardinali come esponenti politici non è un’idea cristiana. Pur non condividendo alcuni dei punti di vista manifestati negli ultimi anni, gli dobbiamo riconoscere il merito di aver rilanciato lo studio e la preghiera dei testi biblici a Milano, come pure l’apertura al dibattito con i non credenti e i vari mondi della cultura milanese. Gli stessi che anche il cardinale Scola ha incontrato all’inizio del suo episcopato. Abbiamo avuto l’impressione che negli ultimi anni si sia prestato a possibili strumentalizzazioni, e infatti alcuni giornali non hanno esitato ad usare le sue parole contro la Chiesa; le prefazioni al libro di Mancuso o il libro intervista con Ignazio Marino sono un esempio di ciò. Un’ultima nota sulla squallidissima polemica si suoi ultimi momenti: la Chiesa è sempre stata contro l’accanimento terapeutico e la scelta di Martini non c’entra nulla coi casi Eluana e Welby come ben chiarito da Roberto Colombo su Avvenire.