giovedì 28 giugno 2012

Le 4 gambe dell’Europa

In questi giorni si sta tenendo il 25esimo vertice europeo dall'inizio della crisi, il punto centrale rimane cosa deve unire i paesi europei, certo c'è un vuoto politico da colmare e questi mesi hanno messo in evidenza che l’unità monetaria senza quella politica è debole, su questo punto andrebbe rivisto come punto di inizio della crisi europea la mancata approvazione più di 10 anni fa della Costituzione Europea. Ma perché fallì e perché anche oggi si è in crisi? Perché allora come oggi, si vogliono vedere solo gli aspetti economici e non anche quelli culturali e religiosi che costituiscono le radici dell’Europa, per esempio si pensi alla Grecia e al ruolo della cultura classica, o alle radici cristiane e quindi al recupero della dottrina sociale cristiana anche riguardo all’economia, si pensi ai suggerimenti del papa BenedettoXVI sui gemellaggi economici fatto al convegno mondiale delle famiglie a Milano. Politica, Economia, Religione e Cultura sono come le 4 gambe di una sedia , l’Europa, che se perde una gamba non sta più in piedi.

sabato 23 giugno 2012

La vera soluzione è considerarsi un’unica famiglia europea

Passate le elezioni politiche in Grecia, il cui risultato ha confermato che la maggior parte dei greci desidera rimanere nell'aerea euro, ma che hanno visto una significativa affermazione delle componenti che vogliono mettere in discussione i trattari con l'Europa, possiamo concentrarci sul vero punto saliente della crisi: che Europa vogliamo. Hanno provato a rilanciare un immagine di unità i leader riunitisi a Roma. Era noto che le elezioni greche non sarebbero state risolutive e sappiamo bene che il problema economico coinvolge in diverso modo ma con alti rischi sia Italia, che Spagna che altri paesi. Continuano i dubbi anche sulla consistenza di alcune rassicurazioni francesi. Il punto aperto rimane cose deve unire i paesi europei, certo c'è un vuoto politico da colpare, come anche un ruolo più importante da dare alla BCE. Serve una politica economica con diversi punti in comune che rassicuri che situazioni di criticità e sprechi non si ripetano. Servono regole fiscali comuni. Ma soprattutto serve che l'Europa si ricordi che vuole essere unita e quindi deve prevalere uno spirito solidaristico in cui i paesi più forti si facciano carico dei pesi più deboli, facendosi carico anche dei loro debiti. Certo è giusto chiedere correzioni ed evitare con regole stringenti gli sprechi che sono avvenuti in questi anni. Ma bisogna ricordare che non solo i paesi ora all'indice hanno goduto dell'entrata dell'euro. Anche la Germania se ne è molto avvantaggiata dominando grazie ad un cambio favorevole tutte le esportazioni e il mercato europeo. Le stesse banche tedesche si sono arricchite col debito greco. La vera soluzione è considerarsi un’unica famiglia europea e applicare politiche eque e di redistribuzione dei debiti cioè solidaristiche. Quello che avviene per esempio oggi in Italia con le regioni più forti che sostengono quelle più deboli, ma con delle correzioni che siano virtuose per loro. Ma al crisi economica ha anche radici etiche. Allora serve avere una visione per costruire il futuro, riaffermare un modello di sviluppo per il benessere di tutta l’umanità. Le terapie adottate hanno avuto effetti sui dati macroeconomici ma hanno aumentato la povertà e le differenze sociali. E non si è avuta quella bella prosperità che dovrebbe arrivare dopo i sacrifici. Non è possibile ripetere sempre le stesse soluzioni secondo un modello ormai esaurito, i cristiani hanno un modello sempre attuale e innovativo: la dottrina sociale della Chiesa.

mercoledì 6 giugno 2012

Le parole del Papa e la gioia di un incontro

Che bella festa a Bresso per la Santa Messa: migliaia di famiglie accolgono il Santo Padre, e tra loro decine e decine di carrozzine. Le famiglie e Milano accolgono il Santo Padre, il successore di Pietro, ricevendo da lui parole di speranza e di gioia. Un grande Papa che ha ricevuto l’abbraccio della Chiesa, ha confermato nella fede il suo popolo e ha anche fornito alcuni spunti e suggerimenti che potrebbero davvero aiutare a vivere ed affrontare le difficoltà che le famiglie devono affrontare a causa della crisi economica, delle crisi in famiglia, nelle comunità ecclesiali: dalla vicinanza alle famiglie con difficoltà economica con anche il suggerimento pratico dei gemellaggi tra famiglie parrocchie città, che già il cardinale Scola ha detto che la diocesi di Milano adotterà, al richiamo alle chiese locali di seguire meglio la preparazione al matrimonio ma anche le famiglie sposate, e la vicinanza coi separati che possono partecipare con la comunione spirituale alla vita della Chiesa, al richiamo ai politici a non fare promesse che non possono mantenere e invece ad investire sulla famiglia perché la famiglia partecipa alla società e al suo sviluppo è una risorsa economica insostituibile. La politica invece di scadere in scelte ideologiche deve promuove la famiglia e favorirne l’iniziativa responsabile in uno spirito di sussidiarietà. La messa di domenica è stato anche un grande abbraccio al Santo Padre che è veramente amato dai fedeli nonostante la stampa continui a dipingerlo in modo pregiudiziale. Complimenti ai volontari e agli organizzatori, il servizio dei trasporti pubblici è stato efficciente. Ma più di tutto certamente ci rimarrà il ricordo di una giornata vissutà come famiglia, in comunità come Chiesa universale, come Chiesa di popolo e di famiglie, che ricordano a tutti come la normalità del vivere umano sia la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, tutte le chiacchere su altre forme sono smentite dalla realtà.

martedì 5 giugno 2012

Milano: Il Papa sostiene la famiglia, Pisapia sceglie l'ideologia

Il Papa nella sua recente visita a Milano ha ricordato quanto già affermato anche dalla nostra costituzione e dalla convenzione dei diritti umani: la famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e per questo le istituzioni devono premunirsi di difenderlo e sostenerlo. E' notizia di oggi ma non certo una novità l'annuncio che il Sindaco di Milano Pisapia proseguirà nell'intenzione di istituire il registro delle coppie di fatto in Comune e sostenere e promuovere una legge di iniziativa popolare per il riconoscimento delle unioni civili. Ovviamente si parla di diritti che spesso sono già riconosciuti dal diritto privato o che nell'istituzione del matrimonio vengono concessi a riscontro di un impegno e dei doveri. No nell'idea del sindaco invece esistono solo i diritti e tra l'altro come già visto nel recente bando per aiutare le famiglie andranno inevitabilmente a scapito di chi ha scelto il matrimonio privilegiando unioni di tipo diverso. Di fronte alla crisi economica la priorità è invece aiutare la famiglia che come ha ricordato il Papa testimonia e insegna, è scuola che indica le vie per crescere nell’amore "coltivare il dialogo, rispettare il punto di vista dell’altro, essere pronti al servizio, essere pazienti con i difetti altrui, saper perdonare e chiedere perdono, superare con intelligenza e umiltà gli eventuali conflitti, concordare gli orientamenti educativi, essere aperti alle altre famiglie, attenti ai poveri, responsabili nella società civile. Sono tutti elementi che costruiscono la famiglia". Ma il ruolo della famiglia è fondamentale anche nell’assicurare un futuro alla società, attraverso i figli. Lo è anche nell’insegnare e mostrare ad essi uno stile di relazioni ispirate e guidate dalla legge della «gratuità». Si conosce e sperimenta il significato dell’essere fratelli e della solidarietà. La famiglia partecipa alla società e al suo sviluppo si impegna per la formazione dei figlie e si occupa degli anziani, insomma è una risorsa economica insostituibile. La politica invece di scadere in scelte ideologiche come mostrano le decisioni di Pisapia deve promuovere la famiglia e favorirne l’iniziativa responsabile in uno spirito di sussidiarietà. E i cattolici della maggioranza del comune di Milano, resteranno silenti? O sollecitati dalla visita del Papa sapranno finalmente farsi sentire?

Terremoto: cordoglio e speranza

Il terremoto dell'emilia romagna ha rappresentato una tragedia innanzitutto certamente per le vittime che ha provocato. Il nostro cordoglio in questa giornata di lutto nazionale va alle loro famiglie. I danni del terremoto come abbiamo potuto vedere hanno riguardato in modo particolare in questo caso due categorie di edifici, le Chiese e i capannoni industriali. Certamente l'impatto economico di questo terremoto è molto più rilevante di altri seppur gravi terremoti, avendo colpito una delle aree vitali della nostra economia e del made in Italy, pensiamo solo ai danni della produzione del Parmigiano Reggiano o dell'aceto balsamico di Modena o alle industrie biomedicali colpite e della rete dell'indotto come a quelle delle piastrelle. Anche la situazione del patrimonio storico è stata pesantemente intaccata, distruggendo gran parte degli edifici storici come i castelli numerosi in queste zone. Altri edifici molto colpiti le Chiese basti pensare come esempio alla diocesi di Carpi dove solo 4 parrocchie su 38 sono oggi agibili. Ma il terremoto è giusto ricordarlo ha colpito in maniera significativa anche la Lombardia nella provincia di Mantova. Di fronte alla solidarietà, ringraziamo il Papa per il suo personale contributo di 500mila euro e la Chiesa per il suo incessante operare, come quello delle forze dell'ordine e della protezione civile, non possiamo però domandarci specie per gli edifici di recente costruzione : perchè tutti questi danni? In diversi altri apesi una scossa che non ha raggiunto il sesto grado, non avrebbe provocato alcun danno. Che dire anche dei capanoni sui quali le travi era solo appoggiate alle colonne? Sia le numerose abitazioni crollate che sul patrimonio culturale e religioso bisogna sottolineare che sono la memoria e il frutto di sacrifici delle famiglie e delle comunità e quindi per fornire speranza andranno ricostruiti, come andranno tutelati i posti di lavoro oggi persi. Un altro aspetto da sottolineare è la grande voglia di reagire e la solidarietà che si è subito mobilita innanzitutto nelle popolazioni colpite. Anche l'Europa sembra muoversi speriamo che anche lo Stato faccia la sua parte per esempio come suggerito dalla confindustria locale pagando subito i debiti che lo stato aveva rispetto alle aziende biomidicali, o semplificando le procedure per i rimborsi sia alle famglie che alle imprese.

sabato 2 giugno 2012

CHE BELLO AVERE IL PAPA TRA NOI A MILANO

Che bella festa ieri in piazza Duomo migliaia di persona accolgono il santo padre, e tra loro decine e decine di carrozzine. Le famiglie e Milano accolgono il Santo Padre ilsuccessore di Pietro aspettando da lui parole di speranza, gioia. Un clima di festa e di attesa, erano 28 anni che un papa non veniva a Milano. Nel saluto il Cardinale Scola ha ricordato il ruolo e la tradizione degli oratori a Milano, e anche l'appuntamento di San Siro mostrato la vivacità ed il ruolo insostituibile nell'educazione cristiana dei ragazzi dell'oratorio. Il Cardinale Scola nel salutare il Papa ha detto "La storia e i destini di questa “terra di mezzo” (Mediolanum) sono impregnati da un solido intreccio di cristianesimo e civiltà. Lungo i secoli è maturata la fisionomia di un popolo laborioso, accogliente, generoso. Un popolo fiero della sua singolarità, alimentata e custodita dal rito ambrosiano. Questi tratti continuano, come un fiume carsico, ad irrorare il terreno della comunità cristiana e della società civile, anche in questo tempo di grande travaglio". Il Papa ha ricordato la fecondità nella fede e la storia della Chiesa Ambrosiana: "Nella Chiesa ambrosiana sono maturati inoltre alcuni frutti spirituali particolarmente significativi per il nostro tempo. Tra tutti voglio oggi ricordare, proprio pensando alle famiglie, santa Gianna Beretta Molla, sposa e madre, donna impegnata nell’ambito ecclesiale e civile, che fece splendere la bellezza e la gioia della fede, della speranza e della carità. Cari amici, la vostra storia è ricchissima di cultura e di fede. Tale ricchezza ha innervato l’arte, la musica, la letteratura, la cultura, l’industria, la politica, lo sport, le iniziative di solidarietà di Milano e dell’intera Arcidiocesi. Spetta ora a voi, eredi di un glorioso passato e di un patrimonio spirituale di inestimabile valore, impegnarvi per trasmettere alle future generazioni la fiaccola di una così luminosa tradizione. Voi ben sapete quanto sia urgente immettere nell’attuale contesto culturale il lievito evangelico. La fede in Gesù Cristo, morto e risorto per noi, vivente in mezzo a noi, deve animare tutto il tessuto della vita, personale e comunitaria, privata e pubblica, così da consentire uno stabile e autentico "ben essere", a partire dalla famiglia, che va riscoperta quale patrimonio principale dell’umanità, coefficiente e segno di una vera e stabile cultura in favore dell’uomo. La singolare identità di Milano non la deve isolare né separare, chiudendola in se stessa. Al contrario, conservando la linfa delle sue radici e i tratti caratteristici della sua storia, essa è chiamata a guardare al futuro con speranza, coltivando un legame intimo e propulsivo con la vita di tutta l’Italia e dell’Europa. Nella chiara distinzione dei ruoli e delle finalità, la Milano positivamente "laica" e la Milano della fede sono chiamate a concorrere al bene comune." Ieri sera poi il papa sièrecato alla scala, sedendo in mezzo al pubblico, un bel segnale, non casuale di un Papa tra la gente, e poi l'inno alla gioia di Beethoven, il Papa coglie questa occasione per richiamare la gioia che si sperimenta nella fede e la centralità del ruolo della famiglia: "Grazie al Maestro Daniel Barenboim anche perché con la scelta della Nona Sinfonia di Beethoven ci permette di lanciare un messaggio con la musica che affermi il valore fondamentale della solidarietà, della fraternità e della pace. E mi pare che questo messaggio sia prezioso anche per la famiglia, perché è in famiglia che si sperimenta per la prima volta come la persona umana non sia creata per vivere chiusa in se stessa, ma in relazione con gli altri; è in famiglia che si comprende come la realizzazione di sè non sta nel mettersi al centro, guidati dall’egoismo, ma nel donarsi; è in famiglia che si inizia ad accendere nel cuore la luce della pace perché illumini questo nostro mondo. E grazie a tutti voi per il momento che abbiamo vissuto assieme". Che bello vedere stamattina il Papa inn mezzo ai cresimandi, ha ricordato loro che non esiste un limite di età per la santità come per la vocazione, bisogna essereaperti e attenti alla chiamata del Signore. Il Papa accolto da canti, balli e coreografie a San Siro, si è rivolto così agli 80mila ragazzi di tutta la diocesi: "Vi dico con forza: tendete ad alti ideali, siate santi! Ma è possibile essere santi alla vostra età? Vi rispondo: certamente!". I cresimandi certamente ricorderanno questa occasione e questo incontro per sempre. In mattinata lha celebrato le lodi insieme ai sacerdoti e ai religiosi in Duomo ricordando: "Una nuova evangelizzazione è ormai imprescindibile nelle nostre terre", ha detto Benedetto XVI