martedì 8 maggio 2012

Voto amministrativo: crisi dei partiti

Si sono tenute le elezioni amministrative anche in Italia dopo i voti di Francia e Grecia ci sembra che il voto italiano purtroppo vada più nella direzione greca che in quella francese. Infatti il dato dell'affluenza mostra un netto calo sopratutto al nord dove normalmente la partecipazione era sempre stata alta, sintomo che gran parte dell'elettorato moderato non ha da chi farsi rappresentare e comunque è deluso dai partiti maggiori. Sia PD ma sopratutto il PDL hanno perso voti, che solo in piccola parte si sono riversati nel cosidetto terzo polo, mentre molto più spesso il voto di protesta ha favorito i candidati di sinistra legati al Sel e Idv che hanno cavalcato la protesta oppure a partiti che fanno dell'antipolitica la loro bandiera come la lista 5 stelle di Grillo in forte crescita visto che in molte città è il terzo partito. Certo la presenza di una miriade di liste civiche ha spezettato il voto e tantissime liste hanno preso 4-5 punti percentulai e la voce altri supera in molti casi il 20% dei voti. Il PD sembra abbia tenuto di più è anche vero che il PD vince ma con candidati non propriamente suoi e a Palermo viene ridicolizzato da Orlando non certo espressione del nuovo. Palermo è simbolo anche della debacle del Pdl che certo potrebbe evocare per alre città il fatto di essere sempre stato minoranza, ma a Palermo non arriva nemmeno al ballottagio dopo aver governato per le ultime legislature. Stesso caso si registra a Parma. Insomma quando si amministra male si è inevitabilmente puniti. il Pdl registra un calo generalizato tanto da rischiare di non risultare più un avera alternativa di governo se si pensa che nelle maggiori città è stato superato dal terzo polo o da Grillo e che in molte località è sceso sotto il 15% e addirittura sotto il 10% anche se poi alcune liste civiche erano legate a candidati del PDL. Il PDL rischia da partito di maggioranza di diventare una dellle opposizioni, ha perso moltissimo anche in Lombardia dove certamente gli scandali hanno pesato, e in alcune grosse città e regioni rischia addirittura di non essere più rappresentativo e quindi perdere la sua capacità di essere partito nazionale e questo anche in alcune sue ex roccaforti come Palermo oltre che in in Emilia e Genova che comunque non sono relatà piccole. Un partito il PDL che sconta l'incapacità di governare sia locale sia nazionale dimostrata dalla necessità del Governo Monti, l'incapacità di rinnovarsi al suo interno, i suoi congressi già decisi prima del voto hanno espresso personaggi minori e di poco spessore e in molti casi frutto di spartizione locale, e anche la scelta dei candidati di queste amministrative confermano l'incapacità di selezione della sua classe dirigente e forse una non curanza dei rapporti col territorio di cui sicuramente l'astensione in alcune sue aree di riferimento è espressione, possiamo dire che non ha perso voti a favore di altri ha semplicemente perso i suoi elettori che non si sentono rappresentati e sono stati a casa. I grillini sfondano in Emilia Romagna e avanzano un po ovunque, una dimensione di protesta che equivale però a quella dei pirati in Germania e che potrebbe rapidamente ridimensionarsi cosi come rapidamente è cresciuta. Certamnete però il dato non è da sottovalutare. Il terzo polo UDC FLIe API si presentava diviso quasi ovunque e non ha raccolto i voti in libera uscita dal PDL o dal PD, tramonta quindi come proposta politica, rimane vera solo la posizione di Casini che comunque non sfonda e forse paga il calo di popolarità del Governo Monti che appoggia incondizionatamente. La lega sconta una dura sconfitta proprio in Lombardia dove a Monza non arriva neanche al ballottaggio e dove perde molti medi e grossi comuni dove aveva quasi da sola la maggioranza, vince solo con Tosi che però è un po un eccezione e non rappresenta certo la Lega di Bossi. In italia alle prossime elezioni rischiamo insomma una situazione come quella greca destinata a perpetuare una grande coalizione delle forze filio-europeiste e moderate con un aumento dei partiti di protesta e un calo di elettori, uno spostamento a sinistra e uno spezzatino plotico che certo non gioverà alla stabilità . Importante sarà ora capire se la vittoria del Pd e la sconfitta del Pdl potrebbero indurre, entrambe ma per opposte ragioni, a tagliare la spina al governo e provocare cosi elezioni in autunno, e anche se e come verrà fatta la riforma elettorale prima di queste possibili elezioni. Vedremo

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