sabato 28 aprile 2012

Le tasse (troppe) da sole non bastano.

Banka Italia, Corte dei Conti e adesso anche la BCE dicono che dopo la drastica cura per stabilizzare i debiti e i bilanci europei bisogna pensare anche alla crescita.


Tutti concordi in particolare sul giudizio che intervenire solo con l’aumento delle tasse produrrà certamente recessione e che questo avrà un impatto negativo a lungo andare oltre che sull'economia anche sul gettito fiscale. Bisogna puntare anche a tagi della spesa, diciamo noi anche ad alcune dismissioni pubbliche perchè troppo stato contraddice il principio sussidiarietà e sopratuttobisogna procedere con manovre che scelgano politiche fiscali per il rilancio dell'economia e di aiuto alla famiglia. Se è gusto il rigore economico bisogna però sapere che un buon bilancio non può essere ottenuto solo con una politica di aumento notevole di tasse. Le tasse devono essere ragionevoli e proporzionate al servizio reso e in ogni caso, troppe tasse non attrarranno investimenti stranieri e le famiglie non potranno essere spremute fino al limite oltre il quale non potranno più andare avanti. Gli ultimi dati sugli stipendi italiani e la pressione fiscale parlano chiaro, il il reddito è in netto calo. E di conseguenza lo è anche il consumo. Se non si vuole che il consumo interno si fermi e i problemi sociali aumentino bisogna che il Governo decida di rilanciare alcuni settori economici. Bisogna scegliere quali settori tassare di più e quali avantaggiare, bisogna avere coraggio. Non si può continuare solo a tassare la casa, aumentare le accise della benzina e l'IVA indiscriminatamente senza fare scelte. Un politica indiscriminata di aumento delle tasse è una politica fiscale ingiusta e iniqua che colpisce il ceto medio. Bisogna sostenere il credito alle imprese, bisogna defiscalizzare gli investimenti. Se si è tappata la falla adesso è ora di di dare nuova linfa all'economia, anche Draghi ha detto che finora la BCE ha dato liquidità alle banche per rimettere in moto il credito e ha comprato i debiti nazionali ma questo non potrà essere fatto di continuo, quindi che i governi europei decidano oltre il rigore anche politiche di rilancio economico.

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