domenica 15 gennaio 2012

Europa tutti per uno e uno per tutti

Il declassamento deciso il 13 gennaio da Standard & Poor's a 9 paesi dell'Eurozona, tra cui Francia e Italia, aggrava la situazione europea. Si evidenzia ancora una volta che il problema non era l'Italia ma una debolezza dell'euro e della struttura europea. I due leader francesi e tedesco che hanno praticamente gestito la crisi nell'ultimo anno devono ora fare I conti con il fallimento della loro politica. Questa segna un punto di debolezza per Merkel e Sarkozy, in difficoltà è sopratutto il leader francese che nelle prossime elezioni potrebbe risentire pesantemente di questa sconfitta. Il declassamento infatti non rappresenta solo un'analisi di tipo economico e tecnica ma sopratutto politica. A questo proposito appare chiaro che nel momento in cui sembrava si stesse creando un po' di stabilità la decisione di declassare 9 paesi dell'eurozona rappresenta una scelta politica per attaccare anche l'istituzione Europa. Che dire dell'Italia un doppio declassamento, nonostante le dure manovre economiche imposte al paese. Questo dimostra che la strada intrapresa, fatta di tasse e restrizioni che ci spingono in una fase economica depressiva, non è quella giusta. Dimostra che il governo tecnico non è la quella cosa quasi magica che ci avrebbe salvato immediatamente come fatto credere all'opinione pubblica. L'Italia come più volte detto deve risolvere I suoi problemi ed in particolare quello del debito pubblico ma non è una manovra o un altra che determineranno la fine dell'instabilità dell'area euro. Deve risolvere non un problema alla volta creando malcontento ma fare riforme strutturali in più settori, la riforma del lavoro va accompagnata con quella dell'accesso al credito e con la riforma della pubblica amministrazione per esempio. Basta ipocrisia. Smettimao di credere che colpendo nemici pubblici creati mediaticamente risolveremo i nostri problemi. Siamo in serie B e quasi nessuno comprende che questo determinerà tassi di interesse più alti per l'Italia e renderà le precedenti manovre aleatorie. Dobbiamo fermarci, tutta l'Europa insieme e non due soli paesi, per costruire insieme la soluzione. Non si possono strozzare economicamente e finanziariamente singoli paesi. Sarebbe bene che anche il premier italiano Monti ne tenesse conto. Il direttorio franco-tedesco ha fallito, non affidiamoci ancora a loro. Diamo vero potere all'unione Europa ma non a scapito della discrezionalità delle politiche nazionali. La riforma europea si è conclusa più di 10 anni fa con la mancata approvazione della costituzione, scritta senza tener conto delle differenze interne e del pensiero popolare, senza tener conto delle radici giudaico cristiane . Va ricominciata una nuova fase in cui rendere veramente politica l'Unione Europea , senza stravolgere l'autonomia dei singoli paesi ma senza creare solo un apparato tecnocrate e lasciando spazio a nazionalismi e protezionismi dei singli paesi. O si fa l'Europa o un Europa monca politicamente farà crollare anche quella economica.

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