martedì 8 novembre 2011

EXIT STRATEGY per il governo

La strategia che verrà seguita nelle prossime ore influenzerà il nostro futuro.
Berlusconi non si è dimesso come inizialmente da alcuni annunciato. Questo rischia nel caso il governo non abbia oggi la maggioranza sul rendiconto o cada sul voto di sfiducia che nei prossimi giorni presenteranno le opposizioni, di ridurre le chance per un governo del centrodestra allargato all’UDC, che noi auspichiamo, perchè siamo convinti che sia l'unica soluzione per portare a termine il risanamento dei conti e gli impegni presi con la UE.
Siamo contrari ad un governissimo o ad un governo tecnico che porterebbero inevitabilmente ad un aumento immediato della pressione fiscale e ad una patrimoniale. Il nuovo governo deve essere capace di fare le riforme e non deve essere un governo di lacrime e sangue. Con le riforme si possono raggiungere risultati di lungo periodo senza andare a influire negativamente sulla crescita economica aumentando le tasse, che colpirebbero i soliti che già le pagano. Siamo contrari per esempio a tasse sulla prima casa.
Un governo Letta sarebbe la soluzione più saggia perché sul suo nome è probabile trovare un'ampia maggioranza in Parlamento, difficile spiegare un no al suo nome. C’è una sola obiezione, non ha la protezione di essere parlamentare e quindi è vulnerabilissimo da parte di improvvidi attacchi della magistratura.
La soluzione più coraggiosa sarebbe un governo Alfano che si presenti nel 2013 alle elezione chiedendo il consenso dopo aver dimostrato cosa ha saputo fare . In ogni caso un governo senza PDL sarebbe una delegittimazione del voto popolare e quindi inaccettabile, in questo caso meglio le urne

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