giovedì 14 luglio 2011

Fine vita, una legge opportuna

La Camera dei deputati ha approvato con ampio margine il ddl nato nel 2008 sulla scia della vicenda di Eluana Englaro. Ci sembra importante sottolineare che il voto è avvenuto a scrutinio segreto. Ha prevalso anche sugli schieramenti politici un voto trasversale di coscienza a favore della legge
Ecco i punti fondamentali, che dovrebbero convincere anche i più scettici e timorosi verso possibili ambiguità. Innanzitutto l’articolo 1 riconosce e tutela la vita umana, quale diritto inviolabile e indisponibile, riconosce che la fine della vita è determinata dalle leggi vigenti e non da interpretazioni sulla qualità e inoltre vieta ogni forma di eutanasia e ogni forma di assistenza o di aiuto al suicidio. La legge ha mantenuto la non vincolabilità per il medico delle DAT e regolamenta in maniera chiara il consenso informato dando sicurezza dell’alleanza terapeutica tra medico e paziente. Sono stati approvati anche alcuni emendamenti migliorativi per limitare la possibilità di far valere le dichiarazioni di trattamento anticipate alle sole persone in cui si è determinata l’assenza dell’attività cerebrale che regola la coscienza.
Il nuovo comma 6 dell'articolo 3 nel testo che vieta l’interruzione dell’alimentazione e idratazione, specifica che le eccezioni a tale norma si riferiscono solo a malati in stato terminale, eliminando le ambiguità della versione precedente.
Esagerate ci sembrano le reazioni contrarie di deputati che si definiscono cattolici come Marino, Turco e Bindi che paventano referendum e sentenze di giudici che smonteranno la legge come fatto per la legge40.
Dovrebbero infine ripensare alcune loro valutazioni quelli in ambito cattolico e "pro-life" che fino ad ora hanno ostacolato questa legge visto anche le reazioni di quelli favorevoli all'eutanasia o a leggi più ambigue o aperte alle DAT.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.