giovedì 21 aprile 2011

Auguri di una Santa Pasqua 2011


Verso la Pasqua in compagnia dei testimoni

Alcuni episodi della Passione ci hanno aiutato a riflettere in preparazione alla Santa Pasqua.
La Resurrezione di Lazzaro, preludio potremmo dire alla Resurrezione di Gesù, con una differenza sostanziale e netta: Lazzaro resuscita nel corpo e poi è destinato ancora alla morte, mentre Gesù resuscita vincendo la morte, abbandona gli inferi per non tornarci più. La forma in cui resuscita è difficile da comprendere, sicuramente anche lui nel corpo ma in maniera misteriosa, tanto che come sottolinea il Papa nel suo ultimo libro su Gesù di Nazaret, le donne non lo riconoscono subito, come anche i discepoli di Emmaus lo riconoscono solo allo spezzare del pane, o i discepoli in Galilea lo scorgono a riva ma lo riconoscono solo in un secondo momento. La Resurrezione di Gesù è ciò che caratterizza e dà senso alla nostra fede e ci spinge nel mistero dell’Amore di Dio. Della resurrezione di Lazzaro ciò che ci colpisce è come Gesù si pone di fronte alla morte del suo amico. Giunto a Betania e incontrate le sorelle, si commuove e piange. Questo risponde alla domanda che spesso sentiamo porci: ma Dio cosa fa? Perché non fa nulla di fronte al dolore e al male, dov’è? Gesù c’è e agisce, ci sta a fianco nel dolore, anzi se lo carica addosso con la croce salvandoci dalla morte eterna con la Resurrezione; dando senso alla morte e aprendoci con il dono della sua vita la via che conduce a Dio.

La preghiera del GetsemaniBenedetto XVI parlandone ci ricorda che con essa “Gesù riporta la volontà naturale dell’uomo dall’opposizione alla sinergia e ristabilisce così l’uomo nella sua grandezza”. “La preghiera “non la mia volontà ma la tua” è veramente una preghiera del Figlio al Padre. Questo IO ha accolto in sé l’opposizione dell’umanità e l’ha trasformata, così che ora nell’obbedienza del Figlio siamo presenti tutti noi, veniamo tutti tirati dentro la condizione di figli.” Allora anche noi siamo chiamati a dire: sia fatta la tua volontà!, a far tendere la nostra volontà a quella di Dio, ad abbandonare le nostre opposizioni, siano esse guidate dalla paura o dalla comodità, a pregare per capire la volontà di Dio, a meditare la Parola, a convertire il nostro modo di pensare e amare per farlo sinergico con quello di Dio. Come i martiri, alcuni dei quali abbiamo riscoperto in questa Quaresima tramite film che hanno messo ben in luce come hanno dovuto superare la paura e accettare la volontà di Dio e per far questo si sono fatti guidare dalla preghiera: i padri di Thiberine uccisi in Algeria, padre Popieluszko che diceva “Bisogna avere paura solo di tradire Cristo per i trenta denari della tranquillità”, di cui Giovanni Paolo II presto beato disse “autentico profeta dell’Europa che afferma la vita attraverso la morte.” Oggi altri martiri come il ministro pakistano, cattolico, Bhatti ucciso nel marzo 2011 ce lo ricordano: “Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo”.
Auguriamoci di saper vivere la fede in Gesù con questo anelito nell’affidarci a Lui.

mercoledì 20 aprile 2011

Manifesti pro-eutanasia: OSIAMO TROPPO CHIEDERE UN MOTO DI INDIGNAZIONE?

Lettera pubblicata su Avvenire il 27 Aprile 2011

Alla fine ci siamo arrivati, allo spot che chiede la morte. Che contrasto con il dolore umano che accompagna di solito la morte: in questo momento ci vengono in mente i morti delle guerre, del terremoto del Giappone e i bambini abortiti. Una pubblicità diremmo disumana, I radicali riempiono Milano con mega manifesti che incitano alla liberalizzazione dell'eutanasia e puntando su un falso senso di pietà annullano la dignità delle persone malate. Osiamo troppo chiedere che per questi manifesti ci sia un moto di indignazione, che salga dalle autorità civili e non solo, che ne chieda la rimozione?

Certo sconcertante è l’ennesimo rinvio della legge sul fine vita alla Camera dei Deputati dove certo non brilla una capacità super partes di chi la dovrebbe guidare. Meno male che c'è il Papa Benedetto XVI che magistralmente opera e con lui lo Spirito Santo e ricorda a tutti la dignità delle persone e la forza della Fede della Speranza e della Carità.