sabato 12 marzo 2011

Pakistan: Libertà religiosa, via per la pace

Il Pakistan è stato definito a seconda del periodo “stato canaglia”, “alleato strategico”, oggi potremmo dire invece che è uno stato che rischia di essere fuori controllo. Intere zone sono controllate da tribù o talebani che l’anno scorso hanno rischiato di arrivare fino alla capitale e procurato in estese zone una guerra civile che per fortuna oggi è molto ridimensionata ma che continua a provocare attentati sono quotidiani. L’estremismo islamico è ben introdotto nei servizi segreti e apparati statali e culturali. Inoltre è certo il collegamento tra il Pakistan e i talebani in Afghanistan. Gli elementi di preoccupazione sono molti, i rapporti non sono buoni neanche con l’India, si ricordino solo gli attentati di Mombai e la guerra che per anni ha insanguinato il Kashmir, il Pakistan inoltre ha la bomba atomica.
Ma ciò che preoccupa fortemente nell’ultimo anno è la situazione delle minoranze e in particolare quelle cristiane, che è peggiorata per via della legge sulla blasfemia. Emblematica la scia di morte legata al caso di AsiaBibi una giovane pakistana cristiana condannata a morte perché cattolica il governatore musulmano moderato della provincia del Punjab, Salman Taseer, , è stato ucciso da una delle sue guardie del coro perché aveva criticato la sentenza e la legge sulla blasfemia, il ministro cattolico per le minoranze religiose del Pakistan Shahbaz Bhatti è stato ucciso l’altro giorno per lo stesso motivo. Shahbaz Bhatti è stato definito dal vescovo che ha presieduto la commemorazione funebre un martire cristiano perché ucciso in odio alla fede cattolica. La pace e la libertà religiosa in Afghanistan, India e in tutta le regione dipendono anche da come si risolverà e affronterà in Pakistan, è necessario che Europa e USA diano un segnale politico, ma anche il mondo cattolico si deve dare una svegliata per la difesa dei cristiani e della libertà di religione che anche il Papa Benedetto XVI ha definito fondamentale per la difesa della pace nel messaggio del primo gennaio: “Nella libertà religiosa, infatti, trova espressione la specificità della persona umana, che per essa può ordinare la propria vita personale e sociale a Dio, alla cui luce si comprendono pienamente l’identità, il senso e il fine della persona. Negare o limitare in maniera arbitraria tale libertà significa coltivare una visione riduttiva della persona umana; oscurare il ruolo pubblico della religione significa generare una società ingiusta, poiché non proporzionata alla vera natura della persona umana; ciò significa rendere impossibile l’affermazione di una pace autentica e duratura di tutta la famiglia umana.”
Libertà religiosa, via per la pace

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