venerdì 26 febbraio 2010

Facebook: dietro il gioco l'ideologia dell'uomo perfetto

In questi giorni è comparsa agli oneri delle cronache la notizia del vergognoso gruppo di Facebook che proponeva Il 'gioco' ignobile del tiro al bersaglio sui Down e inneggiava alla loro eliminazione.
Come apparso da diversi articoli di giornali in realtà i ragazzi portatori della sindrome di down sono già discriminati fin dal momento in cui bisogna decidere se farli nascere.

Oggi sappiamo che le donne hanno figli in età sempre più avanzata, questo aumenta il rischio di concepire bambini con la sindrome di Down, stranamente, però il numero dei bambini portatori di questa sindrome non è aumentato ma è diminuito. La spiegazione è tanto semplice quanto drammatica: gli screening prenatali per la sindrome di Down sono oggi più disponibili rispetto ai primi anni Novanta e questo ha significato contro ogni aspettativa appunto riguardante l'età delle neomamme una diminuzione di bambini Down.

I dati relativi a 31 registri internazionali delle malformazioni congenite raccolti dall’International Clearinghouse for Births Defects monitoring Systems nel periodo tra 1974 e 2000 indicano che la prevalenza alla nascita totale è pari a 9,07 per 10mila nascite con un calo nel corso degli anni statisticamente significativo. In particolare si passa da 16,10 bambini con SD ogni 10mila nati nel 1975 a 6,09 nel 1999: un risultato «dovuto al corrispondente aumento di interruzioni di gravidanza a sua volta dovuto alla diffusione generalizzata della diagnosi prenatale».

Una ricerca pubblicata dal British Medical Journal tre mesi fa, sull’incidenza della sindrome di Down in Gran Bretagna spiega come gli screening prenatali, sempre più estesi, portano ad individuare il 70% dei bambini Down viene individuato prima della nascita. Una diagnosi? No, una condanna a morte: il 92 % delle donne raggiunte dal responso abortisce. Detect è il verbo usato dalla dottoressa Morris, della Queen Mary University di Lontra, per indicare l’individuazione dei bambini Down. I «detected babies» ben raramente vengono al mondo. «Detected» – in italiano individuati, scoperti. E cancellati, 92 su 100. (British Medical Journal).

Troppo spesso si sente come, di fronte ad una diagnosi su possibili patologie che potrebbero interessare un bambino, la decisione in merito se accettare la vita o no sia fatta e ponderata in base a meri calcoli statistici. Incredibile no? Non stupisce molto se ripensiamo per esempio all'allora ministro per la Sanità Turco che sempre in base a calcoli statici sulla sopravvivenza e sulle possibili patologie legate a nascite premature disse: "E' una crudeltà insensata voler rianimare un feto contro la volontà della madre". 4/2/2008

Come non ricordare poi Giorgio Bocca che si è scagliò contro gli esseri «mostruosi e deformi» del Cottolengo e affermò "Gli eccessi della carità fanno il paio con quelli dell'ideologia. I cultori della vita a ogni costo in obbedienza a Dio non si accorgono di volersi sostituire a Dio” (L’Espresso, 6/3/2009)

Ma queste idee sono presenti purtroppo da molto tempo, Nietzsche proclamava «Il malato è un parassita della società. In certe condizioni non è decoroso vivere più a lungo. Continuare a vegetare in una imbelle dipendenza dai medici e dalle pratiche mediche, dopo che è andato perduto il senso della vita, il diritto alla vita, dovrebbe suscitare nella società un profondo disprezzo» e diceva ancora «Non è in nostro potere impedire di essere nati: ma possiamo riparare a questo errore — giacché talora [essere nati] è un errore. (Crepuscolo degli idoli, § 36). Oggi forse a questo errore come lo chiama Nietzsche la nostra società si è avviata mestamente a porre rimedio.

Allora bisognerebbe commentare questa diffusa idea dell'uomo perfetto che porta alla selezione di chi ha dei difetti, come non ricordare i casi di Napoli del 2008 o dell'Ospedale Careggi o dell'ospedale San Paolo di Milano nel 2007? La stessa idea sta alla base della richiesta di legalizzazione dell'eutanasia e del suicidio assistito, è un’idea molto popolare magari mascherata dal "meglio per loro" "per il loro bene". Pensiamo alle critiche alla legge 40 la richiesta di accedere alle tecniche di fecondazione anche se fertili o la richiesta di fecondazione eterologa, o permettere la selezione pre impianto, sempre alla ricerca di una vita fatta su misura e senza difetti.

Facendo un esame di coscienza: le analisi prenatali sono fatte per preparsi a curare e accudire nel modo migliore chi potrebbe (perchè tra l'altro spesso non sono certi gli esiti) avere dei problemi di salute o per decidere di non voler tentare questo impegno?
Dovremmo ragionare sul perchè oggi è cosi difficile vivere la sofferenza, accettarla, prendersene cura.

Forse perchè ne abbiamo perso il senso ed il significato. Certo ciascuno di noi vorrebbe e giustamente desidererebbe evitarla ma dobbiamo riscoprirne il valore, non per il gusto di soffrire ma nella consapevolezza che le prove che incontriamo nella nostra vita sono occasione di salvezza e di riscoprire il vero significato della libertà che è amare e il vero significato della vita che è un dono che ci è affidato. Ricordando l'esempio di San Paolo ancora di più dovremmo ricordarci di come le spine poste nella nostra carne sono un’occasione per lodare Dio e per manifestare la sua forza, perchè, noi lo sappiamo, dal dolore e dal male Dio sa sempre trarre il bene.

Ed allora siamo forse giunti a darci la risposta che cercavamo, nella nostra società abbiamo esiliato Dio e quindi esiliamo l'uomo.

martedì 16 febbraio 2010

Popieluszko un film da far vedere

Ieri sera col CCC San benedetto (www.cccsanbenedetto.it) abbiamo organizzato la proiezione del film Popieluszko al cinema Cristallo di Cesano Boscone , hanno visto il film 187 persone!

Un film che ripercorre la storia di un uomo, della sua fede ma anche della fede e della speranza di libertà di un intero popolo. Mostra la violenza del regime comunista a cui si oppose la preghiera, la forza dell'amicizia e della solidarietà del popolo polacco, senza nessuna violenza. Popieluszko sostiene e indica la strada di vincere il male col bene, combatte il male e non chi è vittima del male, prega per allontanare l'odio da sè e dai suoi amici.

Fondamentale nell'azione del sacerdote la carità, il sostegno spirituale. Incredibile e troppo spesso dimenticato il legame fortissimo tra la fede e la rivendicazione della libertà e dei diritti dei lavoratori, segno più eloquente di ciò la partecipazione alle messe e le preghiere in fabbrica.

Sullo sfondo il ruolo e la figura di Giovanni Paolo II
Un vero peccato che questo film non sia presente nelle grandi sale.

sabato 13 febbraio 2010

LA PACE MAI SEPARATA DALLA DIFESA DELLA VITA

Nostra lettera pubblicata siu Avvenire del 13 Febbraio 2020

Caro direttore, vorremmo commentare la lettera del vicepresidente di Pax Ch­risti (Avvenire dell’11 feb­braio) facendo notare co­me nella Chiesa e nel Ma­gistero di Benedetto XVI, in consonanza coi temi della pace, ci sono quelli della libertà di religione, difesa della vita, difesa della famiglia, concilia­zione tra vita e ambiente e non a caso questi sono stati i temi delle ultime giornate della pace: ' La persona umana, cuore della pace'; ' Famiglia u­mana, comunità di pace'; ' Combattere la povertà, costruire la pace'; ' Se vuoi coltivare la pace, cu­stodisci il creato'. Vanno insomma tenute sempre presenti le sfide di oggi sulla difesa e la centralità dell’uomo e della libertà di religione e educazione, indicate da Benedetto X­VI come non negoziabili. La Marcia Perugia- Assisi del 16 maggio 2010 avrà come tema ' Diffondiamo la cultura della pace e dei diritti umani': ci au­guriamo si faccia riferimento al di­ritto fondamentale che è quello del­la vita. Vediamo inoltre che vengono proposti « gruppi di verità e riconci­liazione » neanche fossimo un Paese corroso da dittature e guerre civili co­me Sudafrica e Ruanda, dove questi gruppi sono stati inventati. La prio­rità è quella educativa e culturale e per questo la Cei, interpretando le sollecitazioni di Giovanni Paolo II, ha dato vita al Progetto culturale che ha indicato l’obiettivo di creare in ogni parrocchia una commissione o un centro culturale, all’interno dei qua­li si può affrontare anche il tema del­la pace. Come ha detto Papa Wojty­la: « Una fede che non diventa cultu­ra è una fede non pienamente accol­ta, non interamente pensata, non fe­delmente vissuta » . A Verona nel più recente convegno della Chiesa Ita­liana, Benedetto XVI disse: « Que­stione fondamentale e decisiva è quella dell’educazione della perso­na » .

sabato 6 febbraio 2010

MAI SOSTEGNO ALL'EUTANASIA

Il Papa interviene sui temi etici e sui temi della vita, a ribadire la centralità della questione antropologica e della difesa umana nel magistero della Chiesa (vedi anche l’ultima enciclica sociale). Oggi anche chi spesso tergiversa su questi temi non può trovare scappatoie, le parole di Benedetto XVI sono forti e chiare “Il sostegno all'eutanasia colpisce il cuore stesso della concezione cristiana di dignità della vita umana. Se l'insegnamento della Chiesa è compromesso, anche solo leggermente, in una di queste aree, allora diventa difficile difendere la pienezza della dottrina cattolica in modo integrale”. In Italia proprio nei prossimi giorni ricorrerà un anno dai tragici fatti che hanno portato alla morte di Eluana. Ancora una volta si deve alzare forte il richiamo ad approvare una legge che impedisca in Italia ogni forma di Eutanasia. E’ urgente un impegno educativo e di formazione che coinvolga tutti, le parrocchie e le associazioni, il clero e i laici. Sono ancora oggi attuali le parole di Giovanni Paolo II nell’Evangelium Vitae (EV n95) : “Urgono una generale mobilitazione delle coscienze e un comune sforzo etico, per mettere in atto una grande strategia a favore della vita. Si deve cominciare dal rinnovare la cultura della vita all'interno delle stesse comunità cristiane”.

martedì 2 febbraio 2010

Giusta la forte amicizia con Israele

«Ho un sogno: che Israele possa entrare un giorno nell'Unione europea». È iniziata sotto questo auspicio la storica visita ufficiale di Silvio Berlusconi in Israele. «Abbiamo l'orgoglio di essere noi, con la cultura giudaico-cristiana, alla base della civiltà europea» ha detto il presidente del Consiglio con a fianco il primo ministro israeliano Netanyahu. Quindi ha citato Teodoro Herzl, l'ideologo dello Stato ebraico: «A Roma e a Gerusalemme sono state gettate le basi della cultura occidentale». C'è ancora oggi, ha sottolineato Berlusconi facendo riferimento all'Iran (ma senza nominarlo), chi mette in discussione l'esistenza di Israele: «Noi ci opporremo tutti insieme come Comunità internazionale affinché ciò non possa assolutamente mai accadere». Il futuro, ha aggiunto, è la principale preoccupazione di Israele, per cui bisogna avere la consapevolezza anche del terribile passato vissuto dagli ebrei «per non tornare mai più a quella indifferenza del mondo che è il più grande male».

Il ricordo di questo terribile passato deve oggi richiamarci alla difesa della libertà di religione che vede ebrei e cristiani ancora oggi in molte parti del mondo ostaggi di discriminazioni e violenze.

Anche noi condividiamo questo sogno e siamo d'accordo perchè Israele in Europa servirebbe anche a richiamare nel sottolineare la centralità delle origini giudaico-cristiane.

Non possiamo che sostenere Israele e la sua esistenza perchè come scriveva Magdi Allam "oggi più che mai, la difesa del valore della sacralità della vita coincide con la difesa del diritto di Israele all'esistenza".."Israele è il paradigma della nostra civiltà” , “la difesa del diritto dello Stato d’Israele è la difesa della nostra umanità”- continua Cristiano Allam ribadendo di più, perché per noi oggi essere a fianco degli israeliani vuol dire difendere la nostra civiltà che ha reso l’Europa la patria dei diritti fondamentali dell’uomo.

La forte amicizia del Governo Berlusconi verso Israele è un punto strategico e anche una novità positiva nella politica estera italiana, che deve tener conto anche delle istanze dei palestinesi ma deve abbandonare il concetto equivoco di equidistanza.