venerdì 4 dicembre 2009

Minareti e campanili, libertà di religione e reciprocità

E’ passato qualche giorno, abbiamo voluto leggere un po’ di opinioni e reazioni sul risultato del referendum svizzero sul divieto di costruzione dei minareti. Come si sa ha vinto chi proponeva il divieto. Le reazioni sono state le più diverse chi ha gridato al razzismo e all’intolleranza religiosa, chi ha inneggiato a fare uguali referendum nel proprio paese (non solo in Italia), chi come il governo libico ha attuato immediate ritorsioni condannando 2 svizzeri a 16 anni di carcere, chi come il governo turco ha chiesto agli arabi di ritirare i soldi dai conti svizzeri (ovviamente per spostarli in Turchia), chi ha detto che era giusto perché gli islamici mancano di reciprocità nei confronti dei cristiani nei paesi musulmani. Non volendo schierarci tra gli estremisti di entrambe le parti facciamo qualche considerazione. La libertà di religione e la costruzione di luoghi di culto è un diritto come abbiamo già scritto su questo blog quindi sarebbe sbagliato vietare luoghi di preghiera per i musulmani. Va detto chiaramente che il divieto di costruzione del minareto non lede la libertà di religione.
Proprio qui appare evidente una prima disinformazione il minareto più che un luogo di culto è un simbolo sopratutto per gli islamici (basta andare in Bosnia per capirlo) e di questo bisogna tenerne conto. Certo anche per i cristiani il campanile è un simbolo, anche se molte chiese moderne non l’hanno) ma per esempio in Qatar dove solo nel 2008 è stata costruita la prima chiesa cristiana non è stato costruito nessun campanile e neanche messa la croce sopra la chiesa per non infrangere le leggi del Qatar e rispettare i musulmani e nessuno ha gridato allo scandalo giustamente.
Sul risultato del referendum ha avuto influenza una certa paura dell’islam. Negare l’esistenza di problemi legati all’integrazione dell’islam che non conosce una distinzione tra religione e politica, tacere su situazioni come quelle createsi in Gran Bretagna dove la libertà di religione male interpretata ha portato a deviazioni quali l’instaurazione della sharia e corti islamiche tra le comunità immigrate e permesso una predicazione violenta che ha prodotto un clima, un brodo culturale, che purtroppo alcuni giovani hanno assimilato traducendolo in un’azione terroristica, alcune manifestazioni come l’occupazione di piazza del Duomo lo scorso hanno, tutto questo non aiuta un dialogo costruttivo e alimenta pregiudizi, una visione solo parziale e negativa dell’islam o peggio ancora sentimenti razzisti. D’altro canto il risultato di questo referendum può essere visto dai musulmani come un rifiuto nei loro confronti e alimentare la propaganda integralista e questo è un pericolo serio e rischia di creare nuovi ostacoli all’integrazione di musulmani. Può anche essere sfruttato da componenti e movimenti xenofobi e razzisti come un successo, entrambe queste posizioni sono da respingere.
Possiamo però dire che sicuramente ne esce sconfitta la politica degli stati europei nei confronti dell’islam, schiacciata tra accoglienza senza regole e rifiuto, politiche che non favoriscono la percezione di sicurezza e di identità dei cittadini, in merito al tema dell’integrazione su questo blog abbiamo già sottolineato l’importanza di un dialogo culturale che possa trovare punti di unione nel riconoscimento dei diritti fondamentali della persona, tutti, anche quello della libertà di religione. Va aiutata e sostenuta quella parte moderata dell’islam, oggi purtroppo culturalmente minoritaria, per sostenere le aperture al dialogo e incoraggiare quei tanti mussulmani che vivendo in occidente desiderano integrarsi, rispettare le leggi, vivere la loro fede nel rispetto della nostra cultura e fede.
Un altro aspetto importante è richiedere con forza la reciprocità, la mancata reciprocità pone ostacoli al dialogo, paesi come la Turchia al posto di cavalcare la protesta dovrebbero permettere ad esempio la restituzione al culto della chiesa di San Paolo a Tarso, questo smorzerebbe anche la propaganda anti-islamica, questo dovrebbe fare soprattutto un paese che chiede di entrare nell’Unione Europea come ha scritto anche un giornale turco (fonte asianews).
La sfida dell'Islam all'occidente ci ricorda in ogni caso l'importanza del ruolo pubblico della religione, appare davvero contraddittorio che l'Europa chieda di togliere i crocefissi dalle aule scolastiche, neghi la propria storia e le proprie radici cristiane e poi si stracci le vesti perchè non viene concessa la costruzione dei minareti tra le valli svizzere.

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