domenica 27 dicembre 2009

Terrorismo d'elite ispirato dall'odio

In questi giorni giunge una notizia preoccupante dagli Stati Uniti: un giovane nigeriano ha tentato di farsi esplodere su un volo per Detroit.
Questo deve richiamare tutti al fatto che non bisogna abbassare la guardia nei riguardi dell'estremismo e del terrorismo. Una realtà che lavora nell'ombra e continua a cercare di colpire i paesi occidentali e continua a colpire causando vittime innocenti tra i civili nei paesi mussulmani primario obiettivo di questa rete del male. Questo attentato pone alcune domande, innanzitutto come mai un soggetto conosciuto non è stato fermato ai normali controlli a cui noi tutti veniamo sottoposti negli aereoporti. Questa notizia deve anche richiamare tutti quelli che erroneamente sostengono che il terrorismo nasce dalla miseria a guardare la realtà che cioè il terrorismo nasce sempre dalle elitè, questo ragazzo nigeriano è il figlio di uno dei banchieri più ricchi e potenti dell'Africa e viveva in una sfarzosa casa a Londra ed era istruito nelle migliori università. Perchè non ci si interroga sul fatto che come tutti gli attentatori dell'11 settembre 2001 o degli attacchi di Londra questa persona era giovane, di famiglia ricca, aveva studiato nelle nostre università e ha incontrato il fondamentalismo nelle nostre società presso predicatori d'odio.

giovedì 24 dicembre 2009

AUGURI di NATALE


Natale è la nascita di un bambino in una mangiatoia, l’incarnazione di un Dio che senza rinunciare alla sua essenza divina, ha deciso di scegliere non la forza, ma la debolezza, vuole condividere con noi la nostra vita e le nostre fatiche (tranne il peccato). Maria esclama “L’anima mia magnifica il Signore” (Lc1,49), la stessa gratitudine muove i pastori “se ne tornarono glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e veduto” (Lc 2, 20). Il dono della vita suscita in noi sempre stupore e meraviglia. La sua sacralità sta nell’incarnazione e nel fatto che in ciascuno di noi c’è l’immagine di Dio. Meraviglia e stupore che innumerevoli opere d’arte hanno rappresentato. "I Magi sono pieni di stupore davanti a ciò che vedono; il cielo sulla terra e la terra nel cielo; l'uomo in Dio e Dio nell'uomo; vedono racchiuso in un piccolissimo corpo chi non può essere contenuto da tutto il mondo" (San Pietro Crisologo, Sermone 160, n. 2).
“Dove trovo i criteri per la mia vita, dove i criteri per collaborare in modo responsabile all'edificazione del presente e del futuro del nostro mondo?” Benedetto XVI a Colonia invitava i giovani a tornare al senso vero dell'Adorazione dei Magi:“la libertà non vuol dire ritenersi assolutamente autonomi, ma orientarsi secondo la misura della verità e del bene. La sottomissione diventa unione, perché colui al quale ci sottomettiamo è Amore.” (Marienfeld Benedetto XVI). “Amore e verità sono la vocazione posta da Dio nel cuore e nella mente di ogni uomo” (Caritas in Veritate). Come i Magi anche noi dobbiamo metterci in cammino, cambiando la nostra vita, perché come ha detto Benedetto XVI nella città dei Magi “Solo dai santi, solo da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo del mondo”.
Oggi in una società dominata dal relativismo c’è molta confusione e poca certezza sul buono e sul vero. Allora l’elemento fondamentale è il bello. Solženicyn diceva “ i germogli della Verità e del Bene, troppo precoci e indifesi, vengono schiacciati, strappati e non giungono a maturazione, forse strani, imprevisti, inattesi saranno i germogli della Bellezza a spuntare e crescere nello stesso posto e saranno loro in tal modo a compiere il lavoro per tutti e tre”. Roger Scruton filosofo britannico riflettendo sul tema “La bellezza e il sacro” al Convegno “Dio Oggi. Con Lui o senza di Lui tutto cambia” ha detto: “Un mondo che contiene bellezza è un mondo in cui la vita è degna di essere vissuta. La bellezza può essere persino definita come il volto dell'amore. Il nostro mondo ha una gran sete di bellezza”. Benedetto XVI ha ribadito come la bellezza sia una via per trovare Dio, i capolavori artistici nati in Europa nei secoli passati sono incomprensibili se non si tiene conto dell'anima religiosa che li ha ispirati. Abbiamo allora scelto come icona di questo biglietto di auguri l’immagine della Natività che si trova nel Sacro Speco o Monastero di S. Benedetto a Subiaco. Qui nacque quella splendida ed inattesa esperienza del monachesimo che contaminò tutta l’Europa in ogni campo della società e della cultura.
Il nostro augurio di Natale è quello di riscoprire attraverso la bellezza una via per camminare verso Gesù e guardando Gesù bambino di riscoprire la semplicità e l’umiltà e la gratitudine che devono portarci a dire “Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha ricolmati di gioia” (Salmo 126, 3) e a fare come i Magi "videro il bambino e Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono" (Mt 2, 11)

UN ANTIDOTO ALL’EUTANASIA: VISITARE GLI AMMALATI

Siamo ormai a Natale, ci sembra bello sottolineare lo spirito con cui il papa Benedetto XVI è stato nelle scorse settimane a trovare i malati terminali e i malati in stato vegetativo all’Hospice Fondazione Roma. In questo periodo di vacanza ci piace ricordare la vicinanza e la visita ai malati che umanamente e cristianamente siamo chiamati a vivere. Noi abbiamo approfittato di un pò di tempo libero e abbiamo visitato amici malati che si trovano in ospedale o a casa e anche la nostra amica Erminia in stato vegetativo, lei ci aiuta in particolare a ricordare il valore che la vita ha sempre! Nessuno può mettere in dubbio che sia viva! L’incontro coi malati e con chi ha meno di noi ci aiuta ad allontanare la paura dell’ignoto legato al dolore e alla sofferenza che ci viene sempre raccontato ma raramente diventa incontro.
La visita che ha compiuto il Papa ci sembra molto significativa e ancora una volta rende testimonianza della vita di queste persone malate e delle loro famiglie e richiama loro i medici, noi e la società e la Chiesa alla necessità di stare loro vicini. Benedetto XVI durante la visita ha detto “non sempre è possibile trovare una cura per ogni malattia, e, di conseguenza, negli ospedali e nelle strutture sanitarie di tutto il mondo ci si imbatte sovente nella sofferenza di tanti fratelli e sorelle incurabili, e spesso in fase terminale. Oggi, la prevalente mentalità efficientistica tende spesso ad emarginare queste persone, ritenendole un peso ed un problema per la società. Chi ha il senso della dignità umana sa, invece, che esse vanno rispettate e sostenute mentre affrontano le difficoltà e la sofferenza legate alle loro condizioni di salute.” Infatti come tutte le statistiche e indagini rivelano nessun malato chiede la morte se è curato cioè se c’è qualcuno che si prende cura di lui non solo dal punto di vista farmacologico-terapeutico come è necessario, ma anche dal punto di vista umano, ponendo attenzione alle relazioni, ai suoi bisogni quotidiani e a quelli spirituali. Anzi a visitarli e a conoscerli si scoprono iniziative e forme di espressione della volontà di vivere nella la quotidianità dei malati sconosciute ai più. Benedetto XVI scrive nel testo della giornata del malato “ogni cristiano è chiamato a rivivere, in contesti diversi e sempre nuovi, la parabola del buon Samaritano, il quale, passando accanto a un uomo lasciato mezzo morto dai briganti sul ciglio della strada, "vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno»" (Lc 10, 33-35). Nell’Enciclica Spe salvi Benedetto XVI rispiega il senso della sofferenza "non è lo scansare la sofferenza, la fuga davanti al dolore, che guarisce l'uomo, ma la capacità di accettare la tribolazione e in essa di maturare, di trovare senso mediante l'unione con Cristo, che ha sofferto con infinito amore" (n. 37)
Oggi invece sempre più spesso si contrappone alla cura del malato la libertà di autodeterminazione fin quasi a richiedere il diritto alla morte come per esempio succede in Svizzera dove ci sono agenzie specializzate nel suicidio assistito che, sempre più, allarga i confini alle persone che pur non essendo malate sono “stanche” di vivere o non trovano più un senso o uno scopo al vivere; ha luogo cosi anche lo strano fenomeno di “turismo della morte”. Questa naturalmente non è la strada del bene ma quella della rassegnazione e della non valorizzazione della persona umana qualunque sia la sua condizione, della riduzione della persona solo al suo efficientismo appunto. Andrebbe maggiormente sottolineato invece che il malato non deve essere abbandonato e quindi vanno aumentati i servizi verso i malti termali e quelli in gravi situazioni di disabilità . Il Papa dice “occorre offrire ai malati gesti concreti di amore, di vicinanza e di cristiana solidarietà per venire incontro al loro bisogno di comprensione, di conforto e di costante incoraggiamento. È quanto viene felicemente realizzato qui, all’Hospice Fondazione Roma, che pone al centro del proprio impegno la cura e l’accoglienza premurosa dei malati e dei loro familiari, in consonanza con quanto insegna la Chiesa, la quale, attraverso i secoli, si è mostrata sempre come madre amorevole di coloro che soffrono nel corpo e nello spirito” Innanzittutto è sbagliato e fuorviante contrapporre il diritto alla vita al diritto alla libertà. La libertà punto essenziale e irrinunciabile, non è la libertà intesa nel senso che se non faccio del male agli altri allora posso fare qualsiasi cosa, ma è la liberta di amare e di essere amato. La libertà infatti non è fine a se stessa e oggi bisogna riscoprirne il senso vero: libertà è una dote intrinseca all’uomo, la libertà di scelta è e deve essere la libertà per il bene, è libertà con gli altri cioè relazione, una dimensione intrinseca dell’uomo infatti e il suo essere in relazione con gli altri e con Dio, la libertà non può quindi prescindere da questo essere in relazione con e quindi ad esso deve essere commisurata. In tal senso tutte le legislazioni anche quella che si sta discutendo in Italia non possono prescindere da questo elemento oggettivo e quindi ogni richiesta eutanasia è intrinsecamente sbagliata perché lede sia il diritto alla vita sia all’autentico diritto alal libertà. Concludiamo con queste parole di Benedetto XVI che ci richiama questo insegnamento di Gesù “Il Signore viene, è qui, accanto a noi! Questa certezza cristiana ci aiuti a comprendere anche la "tribolazione" come il modo con cui Egli può venire incontro e diventare per ciascuno il "Dio vicino" che libera e salva. Il Natale, al quale ci stiamo preparando, ci offre la possibilità di contemplare il Santo Bambino, la luce vera che viene in questo mondo per manifestare "la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini" (Tt 2,11)”.

lunedì 14 dicembre 2009

Aggressione a Berlusconi: No alla violenza. Si torni al confronto

Ieri a Milano è avvenuto un fatto davvero sconcertante ed esecrabile: l'aggressione al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
E’ giusto e doveroso ricordare nel citare il fatto la carica istituzionale che ricopre, che tutti i giornali stranieri considerano. Grande parte della stampa italiana invece parla di aggressione a Berlusconi. Questa non è solo una semplificazione, ma nasconde la considerazione che per molti la questione è solo rivolta alla persona. Il clima d'odio crescente partito con le campagne stampa contro la sua persona e proseguito e anche rinfocolato a volte dai suoi stessi giornali, è deprecabile, purtroppo troppo spesso però sembra essere ricondotto alla persona di Silvio Berlusconi dimenticando il suo ruolo istituzionale. Anche la recente manifestazione No-B-Day sottolinea la personalizzazione dello scontro e la sua ideologizzazione in un anti-berlusconismo esacerbato fino al punto di volere non solo la sua "fine" politica ma in alcuni casi estrei anche fisica come già da mesi si evidenzia su internet. Se si vuole dissentire e manifestare contro la politica del governo bene lo si faccia pure, è giusto dissentire politicamente; la personalizzazione dello scontro ha contribuito invece a far crescere il risentimento verso la persona del premier a tal punto da non saper più distinguere tra il giusto e lo sbagliato. Non si analizzano i singoli provvedimenti e si giudicano, se provengano da Berlusconi sono per forza sbagliati. Non si riconoscono nemmeno i notevoli e obiettivi successi del Governo (rifiuti in Campania, contenimento dell'impatto della crisi, il G8, il ruolo internazionale dell'Italia, la gestione del post-terremoto, gli arresti dei latitanti e la confisca dei beni ai mafiosi).
Questo clima che individua in Berlusconi il male assoluto che ha portato tanti intellettuali addirittura a firmare un appello per la libertà di stampa e a denunciare il pericolo per la democrazia (niente di più ridicolo) ha come conseguenza il giubilo di tante persone (vedi i blog sui siti internet) rispetto a quanto accaduto ieri.
La violenza è sempre da condannare, stiamo secondo noi scadendo sempre più in un clima di odio che non porterà buone cose, purtroppo politici come Di Pietro e la Bindi sembrano condannare ma nello stesso tempo giustificare culturalmente l'atto contro Berlusconi, in fin dei conti il colpevole è sempre lui. Già nel passato, negli anni del terrorismo, si sono verificati casi di giustificazionismo culturale di atti di violenza di cui si è perso poi il controllo. Si inizia col poco e meno grave e quando si vede e sente che qualcuno idealmente lo condivide si passa poi ad azioni organizzate e violente. D'altronde è evidente che c'e una parte dell'opposizione e di una certa cultura, anche se minoritaria, che non riesce ad accettare che Berlusconi governi e quindi non vedendo altra possibilità di cambiamento a breve può purtroppo pensare di approfittare delle tensioni sociali per fini politici, come l'interruzione della manifestazione dei parenti delle vittime di piazza Fontana dimostra.

Il clima deve tornare quello del confronto, della discussione anche del contrasto ma mai più quello dell'odio e dell'insulto, a tutti è richiesto di contribuire a questo cambio.

mercoledì 9 dicembre 2009

Ma quale domenica? A Berlino lo sanno e noi?

La Corte Costituzionale tedesca ha accolto un ricorso della Chiesa Cattolica ed Evangelica tedesca contro l’apertura dei negozi e dei centri commerciali a Berlino nelle domeniche di Avvento.
Innanzitutto pensate che putiferio ci sarebbe stato in Italia se la Chiesa Cattolica avesse fatto un ricorso giudiziario di questo tipo.
Noi siamo stati in Baviera per i mercatini di Natale qualche anno fa e i negozi erano chiusi la domenica nonostante l’afflusso dei turisti. In Italia da sempre a dicembre ma ora sempre più spesso anche in altri periodi dell’anno, negozi e centri commerciali sono aperti di domenica costringendo migliaia di persone a lavorare nel giorno festivo. Bisogna recuperare il vero senso della festa come giorno dedicato a Dio come disse papa Benedetto XVI a Vienna il 9/9/2007: “Sine dominico non possumus!”. Senza il Signore e il giorno che a Lui appartiene non si realizza una vita riuscita. La Domenica, nelle nostre società occidentali, si è mutata in un fine-settimana, in tempo libero. Il tempo libero, specialmente nella fretta del mondo moderno, è certamente una cosa bella e necessaria. Ma se il tempo libero non ha un centro interiore, da cui proviene un orientamento per l’insieme, esso finisce per essere tempo vuoto che non ci rinforza e ricrea. Il tempo libero necessita di un centro – l’incontro con Colui che è la nostra origine e la nostra meta. Il mio grande predecessore sulla sede vescovile di München und Freising, il Cardinale Faulhaber, lo ha espresso una volta così: “Dà all’anima la sua Domenica, dà alla Domenica la sua anima”.
La festa anche le feste in senso laico o le ricorrenze storiche (anniversari, centenari..) servono per fare memoria e trasmettere dei valori: il passaggio dal fatto all’idea avviene se non ci limitiamo alla festa per la festa. La festa diventa allora il modo per comunicare il significato che racchiude e che ne è a fondamento.
Se leggiamo la motivazione della sente della Corte Costituzionale tedesca possiamo notare un altro aspetto importante: richiama la Costituzione tedesca che tutela e mette al centro la persona e quindi vieta l’apertura dei negozi nelle domeniche per rispettare il riposo festivo di tutti, primario per la Corte in confronto all’aspetto economico. Possiamo notare qui la differenza giuridica, che è diventata anche culturale, con l’Italia dove la Costituzione all’articolo 1 dice che la Repubblica è fondata sul lavoro, quella tedesca invece è fondata sulla persona.
Certo la Costituzione italiana fu scritta nel 1948 e fu un compromesso tra democristiani e comunisti ma forse oggi dopo avere festeggiato i 20 anni della caduta del muro di Berlino anche noi potremmo come a Berlino rimettere al centro la persona.

Gemelli anche prima del parto

L’episodio dell’aborto selettivo dell’ospedale San Paolo del 2007 in cui era stato abortito prima il gemello sano e poi quello down ci aveva particolarmente colpito essendo gemelli.

In questi giorni l’avvocato della famiglia ha chiesto all’ospedale e ai medici un risarcimento di 1 milione di euro per la morte del bambino sano. Ma come, il dolore per questa vicenda e l’errore dei medici non hanno fatto capire che le vite perse sono state 2? Perché ancora oggi si rifiuta il gemello malato quasi non fosse mai esistito, ma invece c’era anche lui!

Questa tragica storia ci deve ricordare che tutti hanno il diritto di nascere sia che siano sani sia che siano malati. Nessuno e nemmeno noi nascondiamo le difficoltà di far crescere un bambino disabile ma questo dovrebbe spingere a chiedere di aiutare questa famiglia e non a richiedere la precisione chirurgica per eliminare il bambino malato e tenere quello sano. Ognuno di noi ha ricevuto la vita come un dono, non facciamo passare la cultura che è giusto selezionare chi far nascere. Come scrivemmo ad Avvenire in una lettera allora pubblicata "questo caso 'grida' a tutti ancora una volta come col cosiddetto aborto terapeutico si violi il diritto fondamentale dell’uguaglianza di ogni vita umana", perché "viene detto che l’errore è stato 'eliminare' il gemello sbagliato, quello sano, ma noi ci permettiamo di dire che l’errore è che qualcuno si senta autorizzato a selezionare chi deve vivere e chi no". Non dobbiamo neanche trascurare il legame fraterno dei due bambini già nel grembo materno, erano gemelli anche prima del parto.

venerdì 4 dicembre 2009

Minareti e campanili, libertà di religione e reciprocità

E’ passato qualche giorno, abbiamo voluto leggere un po’ di opinioni e reazioni sul risultato del referendum svizzero sul divieto di costruzione dei minareti. Come si sa ha vinto chi proponeva il divieto. Le reazioni sono state le più diverse chi ha gridato al razzismo e all’intolleranza religiosa, chi ha inneggiato a fare uguali referendum nel proprio paese (non solo in Italia), chi come il governo libico ha attuato immediate ritorsioni condannando 2 svizzeri a 16 anni di carcere, chi come il governo turco ha chiesto agli arabi di ritirare i soldi dai conti svizzeri (ovviamente per spostarli in Turchia), chi ha detto che era giusto perché gli islamici mancano di reciprocità nei confronti dei cristiani nei paesi musulmani. Non volendo schierarci tra gli estremisti di entrambe le parti facciamo qualche considerazione. La libertà di religione e la costruzione di luoghi di culto è un diritto come abbiamo già scritto su questo blog quindi sarebbe sbagliato vietare luoghi di preghiera per i musulmani. Va detto chiaramente che il divieto di costruzione del minareto non lede la libertà di religione.
Proprio qui appare evidente una prima disinformazione il minareto più che un luogo di culto è un simbolo sopratutto per gli islamici (basta andare in Bosnia per capirlo) e di questo bisogna tenerne conto. Certo anche per i cristiani il campanile è un simbolo, anche se molte chiese moderne non l’hanno) ma per esempio in Qatar dove solo nel 2008 è stata costruita la prima chiesa cristiana non è stato costruito nessun campanile e neanche messa la croce sopra la chiesa per non infrangere le leggi del Qatar e rispettare i musulmani e nessuno ha gridato allo scandalo giustamente.
Sul risultato del referendum ha avuto influenza una certa paura dell’islam. Negare l’esistenza di problemi legati all’integrazione dell’islam che non conosce una distinzione tra religione e politica, tacere su situazioni come quelle createsi in Gran Bretagna dove la libertà di religione male interpretata ha portato a deviazioni quali l’instaurazione della sharia e corti islamiche tra le comunità immigrate e permesso una predicazione violenta che ha prodotto un clima, un brodo culturale, che purtroppo alcuni giovani hanno assimilato traducendolo in un’azione terroristica, alcune manifestazioni come l’occupazione di piazza del Duomo lo scorso hanno, tutto questo non aiuta un dialogo costruttivo e alimenta pregiudizi, una visione solo parziale e negativa dell’islam o peggio ancora sentimenti razzisti. D’altro canto il risultato di questo referendum può essere visto dai musulmani come un rifiuto nei loro confronti e alimentare la propaganda integralista e questo è un pericolo serio e rischia di creare nuovi ostacoli all’integrazione di musulmani. Può anche essere sfruttato da componenti e movimenti xenofobi e razzisti come un successo, entrambe queste posizioni sono da respingere.
Possiamo però dire che sicuramente ne esce sconfitta la politica degli stati europei nei confronti dell’islam, schiacciata tra accoglienza senza regole e rifiuto, politiche che non favoriscono la percezione di sicurezza e di identità dei cittadini, in merito al tema dell’integrazione su questo blog abbiamo già sottolineato l’importanza di un dialogo culturale che possa trovare punti di unione nel riconoscimento dei diritti fondamentali della persona, tutti, anche quello della libertà di religione. Va aiutata e sostenuta quella parte moderata dell’islam, oggi purtroppo culturalmente minoritaria, per sostenere le aperture al dialogo e incoraggiare quei tanti mussulmani che vivendo in occidente desiderano integrarsi, rispettare le leggi, vivere la loro fede nel rispetto della nostra cultura e fede.
Un altro aspetto importante è richiedere con forza la reciprocità, la mancata reciprocità pone ostacoli al dialogo, paesi come la Turchia al posto di cavalcare la protesta dovrebbero permettere ad esempio la restituzione al culto della chiesa di San Paolo a Tarso, questo smorzerebbe anche la propaganda anti-islamica, questo dovrebbe fare soprattutto un paese che chiede di entrare nell’Unione Europea come ha scritto anche un giornale turco (fonte asianews).
La sfida dell'Islam all'occidente ci ricorda in ogni caso l'importanza del ruolo pubblico della religione, appare davvero contraddittorio che l'Europa chieda di togliere i crocefissi dalle aule scolastiche, neghi la propria storia e le proprie radici cristiane e poi si stracci le vesti perchè non viene concessa la costruzione dei minareti tra le valli svizzere.