mercoledì 29 luglio 2009

Guerra ai talebani per liberare i bambini dalla cultura della morte

Ecco una notizia che andrebbe messa su tutte le prime pagine dei giornali: 11 bambini kamikaze liberati in Pakistan.
Si parla sempre della guerra sottolineando giustamente i suoi effetti devastanti su popolazioni e territori, la guerra non risolve mai i problemi e la situazione in Afghanistan ne è la prova, nonostante gli indiscussi successi sul piano delle libertà civili e della democratizzazione.
Si deve affiancare all’intervento militare un adeguato piano di ricostruzione di infrastrutture, scuole, servizi primari che devono diventare una priorità come sottolineato dal Ministro Frattini.
La notizia della liberazione di bambini e ragazzi dalle mani dei talebani, destinati al suicidio-omicidio dopo un lavaggio del cervello ancor più miserabile perché agisce si più deboli nessuno lo enfatizza ma merita di essere sottolineata. Da sola fa comprendere la necessità di opporsi con fermezza e senza esitazioni a certe ideologie che degradano le persone e le società. Stupiscono ad esempio le esitazioni di chi vorrebbe demagogicamente presentarsi come paladino dell’occidente e poi non vuole rischiare nulla per difenderne i valori fondanti la dove più sono minacciati.
Bisogna liberare la popolazione dell’Afghanistan e del Pakistan dai talebani per ridare speranza e futuro ai bambini di quelle regioni perché non crescano in un brodo culturale che li sacrifica per fini di potere ed economici. Dove arrivano i talebani, vedi valli afgane o dello Swat la prima cosa che fanno è distruggere le scuole in particolare quelle femminili e imporre la sharia e le scuole coraniche che spesso altro non sono che mezzi per ideologgizzare i bambini all’odio e alla cultura della morte: i kamikaze appunto. Tutto nel silenzio generale.

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